"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

martedì 9 ottobre 2012

Barilla & Laterlite, convivenza possibile?

Si inaugura il nuovo stabilimento di Rubbiano a fianco di Laterlite, co-inceneritore di rifiuti speciali e pericolosi. Quale compatibilità?


Lunedì 8 ottobre giungerà a Rubbiano il Presidente del Consiglio Mario Monti per inaugurare il nuovo stabilimento che Barilla ha realizzato a fianco dell’insediamento storico.

Il sito produttivo è costato circa 50 milioni di euro e permetterà all'azienda di internalizzare la produzione dei sughi pronti, mercato in forte crescita in Europa.

Non abbiamo però notato nessuna considerazione sulla localizzazione del nuovo polo produttivo, i cui impianti sono situati a poche centinaia di metri dal camino del co-inceneritore di Laterlite. L'azienda, che produce Leca ed altri isolanti per l'edilizia, incenerisce ogni anno oltre 60 mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, in particolare oli esausti ed emulsioni oleose, per alimentare il forno di cottura. Tale attività immette in atmosfera 100 mila metri cubi all'ora di aria contenente inquinanti come diossine, metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, ed altre molecole preoccupanti.

Da tempo il Comitato Rubbiano per la Vita pone la questione dell’impatto ambientale di questa attività, proprio ed anche in relazione alla posizione centrale rispetto alla Food Valley. I nostri territori, alla congiunzione tra Valtaro e Valceno, fanno delle condizioni ambientali e delle attività agroalimentari un proprio punto di forza.

Da una parte uno dei marchi simbolo del food emiliano ed italiano, che fa della qualità e della sicurezza dei cibi uno dei propri dogmi aziendali.

Dall'altra un'attività insalubre e di riconosciuto impatto ambientale, così come certificato dall'autorizzazione attualmente in vigore, che parla appunto di combustione di rifiuti pericolosi.

Il pastificio più importante d'Italia ritiene che un co-inceneritore di rifiuti pericolosi situato accanto al proprio polo produttivo abbia un impatto trascurabile?

Non vi è nulla da eccepire e segnalare rispetto al potenziale impatto ambientale e sanitario dell’attività di co-incenerimento di Laterlite? Si pensa di mettere in campo azioni di controllo delle condizioni ambientali (aria, acqua e terreni) anche per tutelare i propri dipendenti che aumenteranno notevolmente?

Le domande sono per tutti.
I sindacati, ad esempio, sono solo organismi di tutela dei lavoratori e delle loro condizioni contrattuali oppure si occupano anche della salubrità e dell’ambiente in cui i lavoratori operano? E l’AUSL, data la presenza di tante attività agricole ed agroalimentari, ritiene del tutto inutile un monitoraggio delle matrici ambientali per valutare le reali condizioni del territorio?

I Consorzi di tutela di Parmigiano-Reggiano e Prosciutto di Parma, come giustificano un impianto in zona di produzione DOP?

Domande per ora senza risposte, che noi continueremo tenacemente a riproporre.

Quotidianamente vengono sponsorizzate azioni rivolte alla sostenibilità ed alla tutela dell'ambiente, vedi il “Center for Food & Nutrition”, tutti i giorni nei comunicati e sui siti web si ragiona su “Alimentazione e benessere per una vita sana”, ponendo attenzione ai concetti di “impronta ecologica” e di sostenibilità ambientale.

Questo lodevole intento è poi applicato anche alle realtà produttive?

Quale compatibilità esiste fra una attività di coincenerimento di rifiuti speciali pericolosi e quella di un produttore di specialità alimentari?


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR