"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

martedì 9 aprile 2013

Legambiente premia la centrale a biomassa di Borgotaro


Dove sta la virtù?

Dopo aver premiato la centrale a grasso animale di Pegognaga, a dispetto dei comitati di cittadini che si battono contro tali inceneritori e le loro emissioni nocive, Legambiente raddoppia e premia anche una centrale a cippato a Borgotaro.



La medaglia d'argento di Legambiente, per “le migliori pratiche, va a Bioenergy, all'Ausl di Parma ed alle Comunalie di Borgotaro, per la locale centrale a cippato dell'ospedale.
Nel commentare tali “migliori pratiche” l'associazione è però costretta ad ammettere che l'ospedale valtarese, per coprire il carico termico invernale, usa anche il gas metano, ma solo “nei picchi di maggiore intensità”.
In realtà il responsabile che sovraintende la centrale stessa, ha spiegato in una assemblea alla Comunità Montana di Borgotaro che per ridurre le emissioni del camino, e per aumentare il rendimento della caldaia, la grande centrale non viene spenta mai.
La caldaia infatti è mantenuta sempre accesa al 70% della sua potenza, perché le maggiori emissioni nocive si hanno proprio nella fase di accensione e spegnimento.
D'inverno integrano il calore prodotto con quello della centrale a metano che, nel progetto, avrebbe dovuto rimanere spenta.
Il cippato che usano, poi, non è quello dei normali sfalci da potatura per la pulizia dei boschi, come ampiamente propagandato, ma il cippato di legna stagionata due anni: un anno all'aperto ed un anno al coperto. Un accorgimento attuato delle comunalie per minimizzare le emissioni, che però costa molto caro: la legna stagionata due anni, infatti, viene venduta sul mercato anche a 18 euro al quintale.
Questa medaglia è senza significato alcuno, senza alcun preteso risparmio.
L'esempio di Borgotaro, bruciare cippato stagionato, non sarà certo seguito dalle altre centrali esistenti o in cantiere, che bruceranno invece cippato fresco, di legna vergine, con tutte le notevoli emissioni nocive e le abbondanti ceneri del caso.

Giuliano Serioli