"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

mercoledì 27 marzo 2013

Una proposta di legge chiude le cave di Pietre Verdi


Commento al disegno di legge d’iniziativa dei senatori CASSON, FILIPPI MARCO, BUBBICO, FEDELI, IGNAZIO MARINO, AMATI, GRANAIOLA, FORNARO, BORIOLI, FABBRI,depositato in Senato il 15 / 03 / 2013
"Norme a tutela dei lavoratori, dei cittadini e dell'ambiente dall'amianto, nonché
delega al Governo per l’adozione di un testo unico in materia di amianto."


Nella legislazione italiana in materia di amianto c’è ancora tanto da fare. Non sono solo carenze legislative; si tratta anche di norme aberranti e probabilmente anticostituzionali.
Nel vastissimo e articolato contesto sanitario/previdenziale/ambientale legato alla contaminazione da amianto, i comitati e le associazioni che si battono per la proibizione all’estrazione e utilizzo, a qualsiasi titolo, della “pietra verde” hanno ottenuto da numerosi parlamentari dell’ attuale legislatura il riconoscimento della fondatezza delle proprie istanze.

Dunque, per la prima volta a livello parlamentare dal 1996, la questione "Pietre Verdi" esce dal limbo dei problemi oscurati dalla politica asservita alle lobby.

Nei numerosi incontri avuti in quest’ultimo anno con figure istituzionali, come componenti del CNA (comitato nazionale amianto) abbiamo sottoposto la questione “Pietre Verdi” in tutta la loro complessità richiedendo che il Parlamento adottasse una modifica di legge che proibisse l’uso delle “Pietre Verdi”.

L’articolo 13 corrisponde esattamente al testo da noi proposto. Ringrazio il Sen. Casson per aver condiviso la necessità di proporre al Parlamento la proibizione assoluta all’utilizzo delle Pietre Verdi. Certo il percorso è ancora lungo e carico di insidie, ma noi siamo tenaci !

Fabio Paterniti

martedì 26 marzo 2013

Comitati e Consorzio

Cozzano, venerdì 22 marzo.

All'assemblea contro l'inceneritore a grasso stesso pienone del lunedì dell'assemblea comunale di Langhirano.
Gente di montagna che ha capito le intenzioni solo speculative dei grossi prosciuttai a danno della salute di tutti e del territorio.
La presenza del sindaco Bovis è servita a rimarcare la decisione del comune di lunedì scorso di applicare una variante di carattere ambientale al RUE : non sono consentiti all'interno del territorio comunale impianti di combustione di biomassa di alcun tipo; solo energie rinnovabili da acqua, sole e vento e impianti a biogas, per le aziende agricole, di potenza non superiore ai 200 kW.
Grande soddisfazione per gli esponenti del comitato del Poggio presenti.
Finalmente un'amministratore ha il coraggio di sposare la loro lotta contro Citterio, il contrario di ciò che ha fatto il sindaco di Felino Lori.
La presa di posizione di Bovis può costituire il precedente per mettere in discussione, dal punto di vista ambientale, anche l'autorizzazione urbanistica con cui il comune di Felino ha dato il via libera a Citterio
per l'inceneritore.

Applauditissima, poi, la presa di posizione del prosciuttificio Folzani di Felino che stigmatizzava il comunicato con cui il presidente del Consorzio del prosciutto negava la sua partecipazione all'assemblea di Cozzano.

Tanara, infatti, presidente del Consorzio del Prosciutto, ha detto di no all'assemblea. Non gli interessava confrontarsi con la gente del comitato. Ci ha tenuto, però, ad elargire le sue perle di saggezza, il
suo pensiero di industriale "responsabile".
Le sue parole : ".. un argomento vitale come quello della salute pubblica richiede sempre e necessariamente il metodo della razionalità.
Ogni altra modalità di discussione o di denuncia, infatti, rischia di far prevalere l’emotività e le ideologie.. È per questo motivo che preferiamo non aderire all'invito proposto. "
Evidentemente pensa di liquidare i comitati di Cozzano e del Poggio come fossero preda di chissà quale estremismo ideologico, mentre tra di loro non c'è nessun partito e nessuna professione ideologica. O come  preda dell'effetto Nimby, come non volessero quegli impianti nel cortile di casa.
Come se dopo l'autorizzazione a Citterio, il contagio di far soldi bruciando il grasso non si fosse già trasmesso ad altri, coinvolgendo tutta la foodvalley.

Contro gli umori di pancia, la razionalità! Dice il nostro.

Ma è razionale bruciare grasso animale al Poggio?

E' razionale che, invece di spedire un camion al giorno di scarti all'industria del petfood, si accenda un motore che ha la cilindrata di 10 grossi camion perennemente in moto 24 ore su 24?

Che in un anno immettono nell'aria 3500 t. di CO2, 12 t. di ossidi di azoto, 5 t. di CO, 1 t. di polveri sottili e sicuramente anche DIOSSINA?
Ha senso che il presidente del Consorzio si investi di responsabilità sociale, sottintendendo che è ciò che manca ai comitati?
Non è piuttosto vero il contrario?

I comitati, battendosi contro la non sostenibilità ambientale dell'inceneritore, si battono anche per la vocazione agroalimentare del territorio, per la sua vocazione a produzioni di eccellenza, quale il
prosciutto stesso.

Cosa che non si può dire certamente di Citterio, il cui unico fine sono gli incentivi europei e la tariffa onnicomprensiva del GSE.

E ancor meno del Consorzio che non si preoccupa neanche del danno che le emissioni provocheranno al suo prodotto. Del danno di immagine che deriverà a tanti piccoli produttori come la Folzani che non seguono la
politica dei grandi prosciuttai.

Serve davvero il PAES, un piano di azione per lo sviluppo delle energie rinnovabili, come è venuto a dirci il prof. Setti dell'Università di Bologna, basito appena ha saputo dell'inceneritore autorizzato proprio
lì a Felino dove teneva la sua conferenza.

Il PAES, finirà che lo faranno i comitati assieme agli amministratori, questi si davvero socialmente responsabili.

Cozzano 22-03- 2013
Reteambienteparma
Serioli Giuliano

mercoledì 6 marzo 2013

Rubbiano, l'autorizzazione fantasma


Lo scorso 18 dicembre la Provincia di Parma, come ente responsabile, ha confermato la chiusura positiva dell’iter autorizzativo per il rinnovo dell'Aia, riguardante il coincenerimento di rifiuti speciali pericolosi di Laterlite, a Rubbiano.
Il provvedimento ha ottenuto il via libera in sole tre sole sedute della conferenza dei servizi, suscitando stupore per la celerità davvero sorprendente con la quale viene nuovamente rilasciata un’autorizzazione molto discussa e contestata.
Sono passati tre mesi e dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) non vi è traccia.
Il rinnovo, come detto, è avvenuto a tappe forzate, ma per il momento nessuno vedere il documento.
Le linee guida di una nuova autorizzazione devono tendere ad un miglioramento complessivo degli standard ambientali.
Per questo il comitato Rubbiano per la vita chiede che si renda pubblica l’Aia.
Vorremmo verificare quali sono le misure adottate per ridurre sensibilmente le emissioni in atmosfera, passaggio obbligato per alleggerire l’impatto ambientale, in aderenza con la direttiva vigente.
I temi dell’informazione e della trasparenza sono importanti.
Non è stato possibile partecipare come comitato alla conferenza dei servizi, rimasta off-limits per i cittadini.
Contiamo quindi che a breve ci sia la convocazione del rinnovato Osservatorio Ambientale, per approfondire con gli enti preposti le motivazioni che hanno portato al rinnovo e le novità introdotte ai fini del miglioramento degli impatti.
Ci pare del tutto evidente che consideriamo scontata la consegna del documento di AIA in tempi brevi: non è pensabile che ci voglia più tempo per distribuire un documento che per approvarlo.

Comitato Rubbiano per la Vita