"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

venerdì 19 aprile 2013

Il greenwashing di Laterlite

Esiste, tra Val Taro e Val Ceno, un nuovo eden, la fabbrica dei sogni.
Un paradiso terrestre nel quale rifiuti speciali e pericolosi vengono co-inceneriti senza produrre alcun danno ambientale, come più volte ribadito dall’azienda stessa.
Stiamo parlando dello stabilimento Laterlite di Rubbiano e delle zone di ricaduta delle emissioni del suo grande camino da 100 mila metri cubi/ora.
Il giornalino “Greentoso” (?), finanziato dalla Comunità Montana Ovest e distribuito in tutte le scuole medie ed elementari del territorio come strumento per la diffusione di buone pratiche di educazione ambientale, presenta, nel suo ultimo imperdibile numero di marzo 2013, una pagina interamente curata dalla multinazionale che produce argilla espansa co-incenerendo ogni anno 60 mila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi.




Nella fiabesca ricostruzione, però, si legge delle palline di argilla espansa come di “soffici pop corn”, cotti in grandi forni e poi lasciati all’aria a “stagionare come salumi”. Leggiamo anche che Laterlite “riduce l’inquinamento e limita l’uso di energie non rinnovabili” (mentre invece gli oli esausti inceneriti dal bruciatore sono evidentemente considerati alla stregua di sole-acqua-vento). Abbiamo poi gli animaletti del Parco Taro e Ceno che si rifugiano tra gli alberi piantati dall’azienda, in un indeterminato e gioioso tripudio bucolico. Una descrizione poi dello straordinario “family day alla Laterlite” durante il quale i bambini hanno avuto l’imperdibile occasione di arrampicarsi su montagne di palline e di farsi truccare dai supereroi ed i genitori hanno potuto gustare una superlativa torta fritta.
Naturalmente nemmeno una parola sul processo di lavorazione adottato per ottenere le palline, nell’ambito del quale oli esausti ed emulsioni oleose vengono coincenerite, producendo una notevole quantità di emissioni al camino, che ricordiamo, sono fortemente mutagene e contengono diossine, metalli pesanti, policlorobifenili, ossidi di azoto e zolfo, ecc.
Un processo a forte impatto ambientale, che prevede una AIA (autorizzazione integrata ambiente) e come ribadito durante l’ultima riunione pubblica dal Dott. Pirondi di AUSL , presenta criticità sotto il profilo dell’impatto sanitario.
Ci lascia sbigottiti e disarmati il fatto che sia addirittura un ente pubblico, la Comunità Montana, a spendere soldi per produrre questo tipo di strumenti divulgativi. Un co-inceneritore di rifiuti pericolosi che diventa un esempio ambientale, un modello da replicare, una guida per l’educazione ambientale di un bambino.
Chiediamo a Bassi, sindaco di Varano e presidente della Comunità Montana, se ritenga corretto l’utilizzo di questi stratagemmi da parte di un’azienda palesemente intenzionata a mettere in pratica un’opera di greenwashing veramente stucchevole.
Vorremmo anche chiedere a tutti i sindaci dei comuni, che costituiscono la Giunta della Comunità Montana, se siano al corrente dei contenuti e dei modi del progetto “Greentoso” e se condividano la divulgazione nelle scuole del loro territorio di queste informazioni.
E’ davvero avvilente constatare come proprio le istituzioni garanti del territorio, della salute e della tutela ambientale si rendano complici di messaggi fuorvianti ed ingannevoli. Una, ennesima, brutta pagina (in questo caso letteralmente) di questa vicenda, in cui i cittadini chiedono spiegazioni e trasparenza, ma in cambio ottengono porte sbarrate e provocazioni.
Nel frattempo, dopo 4 mesi dalla conclusione della conferenza dei servizi, ancora non esiste il testo dell’autorizzazione. Intanto Laterlite, forse innervosita dalla visita di Arpa e Carabinieri (che hanno riscontrato infrazioni nello stoccaggio di rifiuti e sotto-prodotti) ha diffidato, tramite i suoi legali, addirittura il Comune di Solignano, reo di aver consegnato ad una associazione della documentazione relativa al procedimento AIA .
Invitiamo i cittadini a partecipare numerosi alla prima seduta pubblica dell’Osservatorio Ambientale, sabato 20 aprile ore 10,00 presso la sala del circolo di Rubbiano.

Tocca ai cittadini riprendersi il futuro.


Comitato Rubbiano per la Vita


martedì 9 aprile 2013

Legambiente premia la centrale a biomassa di Borgotaro


Dove sta la virtù?

Dopo aver premiato la centrale a grasso animale di Pegognaga, a dispetto dei comitati di cittadini che si battono contro tali inceneritori e le loro emissioni nocive, Legambiente raddoppia e premia anche una centrale a cippato a Borgotaro.



La medaglia d'argento di Legambiente, per “le migliori pratiche, va a Bioenergy, all'Ausl di Parma ed alle Comunalie di Borgotaro, per la locale centrale a cippato dell'ospedale.
Nel commentare tali “migliori pratiche” l'associazione è però costretta ad ammettere che l'ospedale valtarese, per coprire il carico termico invernale, usa anche il gas metano, ma solo “nei picchi di maggiore intensità”.
In realtà il responsabile che sovraintende la centrale stessa, ha spiegato in una assemblea alla Comunità Montana di Borgotaro che per ridurre le emissioni del camino, e per aumentare il rendimento della caldaia, la grande centrale non viene spenta mai.
La caldaia infatti è mantenuta sempre accesa al 70% della sua potenza, perché le maggiori emissioni nocive si hanno proprio nella fase di accensione e spegnimento.
D'inverno integrano il calore prodotto con quello della centrale a metano che, nel progetto, avrebbe dovuto rimanere spenta.
Il cippato che usano, poi, non è quello dei normali sfalci da potatura per la pulizia dei boschi, come ampiamente propagandato, ma il cippato di legna stagionata due anni: un anno all'aperto ed un anno al coperto. Un accorgimento attuato delle comunalie per minimizzare le emissioni, che però costa molto caro: la legna stagionata due anni, infatti, viene venduta sul mercato anche a 18 euro al quintale.
Questa medaglia è senza significato alcuno, senza alcun preteso risparmio.
L'esempio di Borgotaro, bruciare cippato stagionato, non sarà certo seguito dalle altre centrali esistenti o in cantiere, che bruceranno invece cippato fresco, di legna vergine, con tutte le notevoli emissioni nocive e le abbondanti ceneri del caso.

Giuliano Serioli


giovedì 4 aprile 2013

A Langhirano stop all'inceneritore a grasso animale

- Rettifica -

Lunedì sera il pubblico ha gremito la sala consiliare del municipio, per sentire cosa si decideva sul
progetto di centrale a biomassa di Cozzano.

Il sindaco ha proposto una variante al Rue (regolamento edilizio-urbanistico) in cui la cogenerazione di scarti di lavorazione del prosciutto non sia consentita all'interno del territorio comunale, almeno fino a che non sia predisposto un piano delle energie rinnovabili che dimostri la loro sostenibilità.

Bovis quindi ha sospeso l'iter in corso per il cogeneratore di Cozzano, richiesto da Gualerzi e Beretta, facendo dire al suo assessore che nel territorio si preferisce sviluppare le rinnovabili tramite il sole, l'acqua, il vento.

L'energia da biomasse non convince, confligge con la vocazione agroalimentare e turistica del territorio.

La minoranza di destra si astiene.

La gente conta, i comitati hanno le idee chiare, il sindaco Bovis ne ha tratto le conseguenze.

Questa volta ha vinto il buon senso e l'attenzione alle preoccupazioni e richieste dei cittadini.

La decisione di Langhirano dovrebbe fare scuola in tutto il territorio per indicare una strada maestra che salvaguardi le aree vocate, il diritto alla salute, i marchi di prestigio che il mondo ci invidia, ma che noi spesso buttiamo via, dando per scontato che nulla li possa corrompere.



Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
19 marzo 2013