"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

lunedì 3 marzo 2014

Fedele al bosco

Martedì 11 febbraio, presso la sede del Corpo Forestale di Parma, si è svolto un incontro col comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato Pier Luigi Fedele, al quale ha partecipato anche Rossana Rossi di Libera.
Rete Ambiente Parma ha delineato un quadro desolante del nostro territorio montano.
Tagli massivi e distruttivi del suolo, scriteriati nelle modalità, che si saldano con la forte intensità delle piogge che hanno sostituito la neve anche in montagna.
Come conseguenza i versanti denudati, le strade sfondate, interrotte dalle frane, i borghi isolati e minacciati.
Cosa ne pensa il capo della Forestale?


Sulle modalità di taglio Fedele concorda con alcune criticità evidenziate dalla nostra analisi.
In 5 anni, dal 2009 al 2013, la Forestale ha comminato sanzioni amministrative sul vincolo idrogeologico e sui tagli dei boschi per 220 mila euro elevando circa 300 verbali. Liter amministrativo per il pagamento delle sanzioni, dopo la fase di accertamento e verbalizzazione, non è a carico del Corpo Forestale dello Stato, ma delle autorità amministrative che sono le Unioni di Comuni (Comunità montane) o la Provincia, talvolta le sanzioni di importo non elevato, possono non rappresentare una elevata deterrenza rispetto ai ricavi di un taglio boschivo scriteriato.
La Forestale segnala un incremento delle utilizzazioni boschive negli ultimi anni e in particolare che, a causa della crisi in altri settori (edilizia e movimentazione degli inerti) alcune ditte si sono spostate verso il taglio dei boschi, questo può portare ad utilizzare tecniche operative lontane dal rispetto del bosco e da un suo utilizzo razionale. Non sono le ditte che adeguano strumenti ed attrezzature al bosco e al suo fragile equilibrio, ma è il bosco che deve piegarsi rispetto a tecnologie poco rispettose funzionali solo ad un abbattimento dei costi di utilizzazione.
Spesso si creano micro dissesti idrogeologici, perdita degli orizzonti superficiali, dello strato umifero con perdita di fertilità e innesco di fenomeni erosivi.
Enecessaria una maggior attenzione da parte della pubblica amministrazione dal momento che le fasi di autorizzazione, comunicazione, verifica, controllo, rilevamento degli illeciti, verbalizzazione ed erogazione delle sanzioni sono attribuite ad enti diversi.
Il Corpo Forestale dello Stato è particolarmente attivo nella difesa del bosco e ultimamente ha segnalato alcune situazioni di utilizzo dei boschi che hanno determinato fenomeni di alterazione paesaggistica allAutorità giudiziaria.
Con riferimento ai vasti fenomeni di frane e dissesti idrogeologici attivi in provincia di Parma si è evidenziato come molte delle situazioni derivino da movimenti di grandi proporzioni con piani di scivolamento profondi, che non derivano e che non possono essere sanati dalla presenza del bosco. Evero però che il bosco con la sua azione regimante e di trattenuta e rilascio graduale delle precipitazioni contribuisce grandemente a contrastare i fenomeni di degrado più superficiali. Il bosco è il primo presidio contro il dissesto e il suo utilizzo deve essere in sintonia con il mantenimento di una buona capacità di tutela dei versanti. Non cè forse correlazione diretta, ma in qualche caso tagli boschivi eccessivi possono aver determinato alcuni fenomeni di innesco e di degrado.
Gran parte dei nostri boschi è governata a ceduo, nei decenni passati, grazie alle mancate utilizzazioni, molti si sono evoluti verso cedui invecchiati. 
Eun peccato che questi boschi stiano rapidamente tornando a cedui con ridotte masse legnose, questo determina purtroppo anche ridotte capacità di tutela idrogeologica, ridotto valore naturalistico e ricreativo, scarsità di biodiversità.
Almeno una parte di queste formazioni forestali, come peraltro previsto dalle norme forestali, andrebbe avviato alla conversione all'alto fusto, con una politica di incentivazione che si ripagherebbe nel lungo periodo con i tanti benefici forniti dal bosco daltofusto, che tra laltro fornisce assortimenti legnosi dei quali il nostro Paese è fortemente deficitario.
Insomma la situazione non è certo rosea.
E sono rimasti in pochi a difendere la nostra montagna e i nostri boschi dal profitto senza regole e dall'assalto dissennato e senza futuro. 
La Forestale è fra questi ultimi.

Giuliano Serioli.


Rete Ambiente Parma