"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

lunedì 22 settembre 2014

Tagli boschivi & green economy

L'appuntamento è per giovedì 25

I tagli boschivi, il saccheggio delle risorse naturali da parte del mercato e della politica miope delle Regioni nascono dal guazzabuglio dei programmi della UE, che sostiene di voler accrescere la superficie forestale e nel contempo sviluppare energia da biomasse boschive.
La Ue, dopo Kyoto, ha adottato il programma 20-20-20, da raggiungere entro il 2020.



Ridurre le emissioni di CO2 del20%, accrescere del 20% l'energia da fonti rinnovabili, incrementare del 20% l'efficienza energetica.
In realtà è solo la crisi ad aver fatto ridurre le emissioni inquinanti, mentre l'efficientamento è ancora molto basso e lontano dal traguardo, e solo l'energia prodotta da fonti rinnovabili ha incrementato nettamente il suo valore attestandosi al 65%.
La direttiva europea Aria invece (no ad altre emissioni oltre la soglia esistente) è di fatto inapplicata.
In altre parole, un'economia liberista non è in grado di sviluppare l'energia da fonti rinnovabili senza penalizzare l'ambiente e l'aria che respiriamo.
E' la stessa Ue che ha prodotto lo sviluppo speculativo dell'energia da fonti rinnovabili, la cosiddetta green economy, che di verde ha molto poco se non niente.
La politica degli incentivi, slegati da qualsiasi grado di efficienza, spinta dai governi del nostro Paese, dalle Regioni e dalle altre istituzioni locali, ha fatto il resto: si costruiscono impianti non per usare in loco l'energia prodotta, ma con il solo scopo di incamerare soldi pubblici, i famosi incentivi.
Per dare una parvenza di progettualità alle fonti rinnovabili gli enti locali hanno promosso i Paes,
progetti molto astratti redatti da docenti universitari che mescolano impianti speculativi già esistenti e future applicazioni locali, frutto di cervellotiche farneticazioni di burocrati comunali.
Gli incentivi dovrebbero invece andare ad impianti promossi dalle istituzioni locali con la partecipazione ed il consenso dei cittadini, allo scopo di migliorare la qualità dell'aria, delle falde acquifere e dei terreni agricoli.
Non più soldi dal pubblico ai privati, ma dal pubblico al pubblico.

Se ne parlerà giovedì 25 settembre, alle ore 21, presso il circolo Zerbini di Parma (vicolo S.Caterina 1) in una serata di dibattito con Roberto Cavanna, esponente del Centro Studi Monte Sporno, Renzo Valloni, geologo, docente al Dicatea dell'Università di Parma, Giuliano Serioli, geologo, coordinatore di R ete Ambiente Parma.
Rete Ambiente Parma
per la salvaguardia del territorio parmense


Aderiscono : Associazione Lesignano Futura, Commissione Audit, Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse GCR