"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

lunedì 7 agosto 2017

Il sindaco Lucchi contro la cassa Aipo

Vengo etichettato come sindaco campanilista.
Non è vero; sopratutto perché già da scolaro ero educato, in quegli anni sessanta, per mia fortuna, a considerarmi un cittadino del mondo.
Non è vero perché, grazie all’educazione del Prof. Moroni, mi sono sempre considerato un abitante della Val Baganza e ho portato, con piacere, la maglietta che Don Tonino aveva fatto realizzare nel 1986 e che come Sindaco di Berceto ho ripetuto e distribuito nel 2009:
Sono un cittadino della Val Baganza.
Ho sempre condiviso l’impegno di Don Moroni, supportato anche dalla bella rivista di Pietro Bonardi: La Val Baganza, di far condividere, come terra d’origine, lo stesso territorio, della vallata, dalle sorgenti del Baganza (Berceto) alla foce (Via Varese Parma), a tutti i suoi abitanti.
E’ proprio per essere coerente a questa educazione e a questi insegnamenti che non posso considerare la vasca d’espansione, presentata il 15 marzo, a un folto pubblico, nel Teatro di Felino, dall’assessore regionale Paola Gazzolo, come un fatto che puo’ interessare unicamente al Comune di Parma ed eventualmente, per l’impatto e la vicinanza, al Comune di Felino, Sala e Collecchio.
Come cittadino della Val Baganza ritengo d’avere titolo per fare alcune considerazioni e non limitarmi solo al mio ruolo di sindaco di Berceto che mi porterebbe, giustamente, a richiedere soltanto, indipendentemente dal progetto della vasca d’espansione di Parma, interventi anche nel tratto del Torrente che attraversa, per alcune decine di chilometri, il Comune di Berceto.
Sempre come Sindaco, volendo essere previdente e cogliere la buona pratica di altri Paesi Europei, debbo continuare ad insistere, inoltre, con la Regione, perché attui, finalmente, il Patto di Fiume (Torrente Baganza) che è inserito, dal 2009, nel PSC (Piano Strutturale Comunale) come progetto strategico.


Il Patto di fiume e un accordo tra tutte le Amministrazioni interessate dal Torrente Baganza (Berceto, Corniglio, Terenzo, Calestano, Felino, Sala Baganza, Collecchio e Parma) oltre la Regione, il Governo e l’Unione Europea per salvaguardare e sviluppare, correttamente, la valle ritenuta la piu’ bella e selvaggia del Nord Italia.
Un Patto che non riguarda solo questioni ambientali e idrogeologiche ma che coinvolge anche il settore produttivo, la promozione e il turismo.
Ovviamente queste richieste legittime e doverose, indipendentemente dal giudizio sulla cassa d’espansione, vengono, ancora una volta, rimarcate presso gli uffici competenti della Regione e sollecitati ai nostri Consiglieri Regionali.
Il progetto della vasca d’espansione, che dovrebbe, ben presto, trovare i finanziamenti ed essere avviato, con molta dovizia di particolari ed eccellente capacità comunicativa, è stato illustrato dall’ing. Mirella Vergnani, dirigente Aipo.
Per riflesso condizionato, e forse“ingiusto” retaggio politico, ritengo che spesso un pessimo progetto, inteso come scelta progettuale, viene presentato ottimamente da un ottimo tecnico.
Proprio per questo, forse sbagliando, non mi sono lasciato suggestionare da un’infinità di dati e verifiche, oltre che da foto dei luoghi in cui sono state inserite le foto finzioni dell’immane opera.
E’ un progetto che come Sindaco mi spiazza avendo ragionato, sempre, anche con altri sindaci, sul progetto e idea progettuale dell’amministrazione provinciale che abbiamo anche approvato in Consiglio Comunale
Un progetto, quello della Provincia, realizzato quando l’Ente era governato seriamente da amministratori scelti dal Popolo Sovrano e non dalla piccola e infima casta dei Sindaci e Consiglieri Comunali.
Un progetto meno impattante e con una logica che mi pareva e ritenevo razionale visto che con meno risorse, rispetto a quelle previste attualmente, tutelava la città di Parma da eventuali alluvioni ma cercava d’intervenire anche a monte iniziando da Calestano e poi Felino e Sala.
Nessuno, fino ad oggi, con motivazioni tecniche reali, ha spiegato il perché il progetto della Provincia non andava piu’ bene.
Si basava, infatti, su dati, misure di portata, livelli di pioggia, modalità della piovosità, che abbracciavano oltre un secolo.
Aveva coinvolto se non addirittura tratto ispirazione da luminari, forse gli stessi, che ora propongono un progetto completamente diverso.
Ho l’impressione che il progetto della grande vasca d’espansione non abbia padri e nel caso li avesse non è chiaro il loro ruolo.
Gli amministratori, di contro, se sentiti in camera caritatis, dicono tutti d’essere fortemente perplessi se non contrari, ma poi, forse, presi dallo sfinimento, non fanno nessuna azione per contrastarlo, discuterlo per davvero.
Pare un progetto imposto ma nessuno sa dire da chi.
Escludono perfino, i beni informati, che possa essere sponsorizzato da quanti desiderano realizzare solo le grandi opere visto che garantiscono maggiori guadagni.
Resta il fatto che contrastare questo progetto dopo, che dal 1963, commissione Marchi, si parla, facendo poco o nulla, di opere per difendere la città dalle alluvioni, è difficile.
Contrastare il progetto, ormai definito, sarebbe ritenuto come parlare male di Garibaldi.
Siamo, insomma, tutti inviluppati in questa situazione Kafkiana in cui arriva un progetto dal nulla che annulla tutte le precedenti ipotesi e che costa quasi il doppio ma i soldi che prima non c’erano adesso possono esserci. Ci saranno.
Chi s’è adoperato per avere i soldi: il Presidente della Regione e l’Assessore Regionale Gazzolo, invece di venire osannati, come sarebbe giusto, vengono posti nelle condizioni di sgolarsi per farlo accettare e soprattutto lo debbono imporre ai sindaci del territorio ad esclusione del Sindaco di Parma il quale pur di non rivivere, giustamente, giornate come quella del 13 ottobre 2014, sarebbe disponibile ad accettare tutto.
Accetta tutto e sembra non porsi nessun problema. Come Sindaco di Berceto non mi sentirei, ad esempio, tranquillo, ad avere un “invaso” di quelle dimensioni a monte del centro abitato di Berceto.
Avrei perfino paura, nonostante la bravura italiana a costruire dighe (eravamo i migliori del mondo), che l’argine crollasse e milioni di metri cubi d’acqua, con un’irruenza paurosa, spazzassero via interi quartieri della città.
E’ pur vero che sono quartieri che Parma, da sempre, non ama e infatti in passato aveva scelto quelle zone, che io ritengo bellissime, per farvi costruire i capannoni di memoria fascista e tanto altro mai ritenuto di pregio ad iniziare dal nome di un quartiere: Montanara, che richiama, seppur allegramente, l’insulto bonario rivolto, dai cittadini, a noi montanari: “ve montaner”.
In tutti i modi Parma non ha mai apprezzato la zona, che per me, ripeto, è bellissima, che scorre da Via Milazzo verso il Baganza, Felino e Sala.
Da tutta questa vicenda, un montanaro, trae insegnamenti negativi che provocano scoramento.
I Torrenti, anche se provocano, come il 13 ottobre 2014, disastri anche in montagna, cambiano l’aspetto delle montagne stesse, possono essere sistemati, anche negli anni duemila, solo alle periferie delle città.
I soldi non si trovano mai per fare manutenzione, prevenire razionalmente i disastri, ma li si trovano solo per grandi opere.
Immaginare d’avere finanziamenti adeguati, per il Torrente, anche per la tratta vasca d’espansione/sorgenti, visto i costi, diventerà velleitario.
Basterebbe, alla fin fine, che lo Stato, su queste opere, visto i motivi per cui vengono realizzate, non chiedesse, l’immediata restituzione del 22% dell’IVA (per gli Enti locali è un costo) che è una ragguardevole somma, oltre 9.000.000 (novemilioni) per avere tutto il tratto del Baganza e la strada di Calestano SP 15, sicuri.
Prima d’essere intruppato in un sogno è bene che mi dica, ancora una volta, che siamo in Italia.
Ecco il progetto della grande vasca d’espansione, alle porte della città, ha come padre la logica italiana: solo emergenza, grandi opere e tutto dopo le disgrazie annunciate addirittura dal 1963.
Nonostante questo mio giudizio, non lusinghiero, debbo dare atto dell’impegno del Presidente della Regione e dell’assessore Gazzolo nel far giungere, come pare imminente, i finanziamenti


Luigi Lucchi Sindaco di Berceto