Sempre
più di frequente si legge sulla stampa di avvistamenti di lupi e
segnalazioni di impronte che testimoniano il loro passaggio vicino ai
centri abitati, quando non addirittura si riportano le denunce
presentate per animali domestici sbranati.
Una
percezione di allarme e di paura sembra attraversare le valli delle
nostre montagne, per essere poi ripetuta ed allargata nelle osterie
dei paesi.
Il
sindaco di Albareto Ferrando Botti si è messo alla testa di una
cordata di 16 comuni delle valli di Taro e Ceno, richiedendo
l'intervento delle istituzioni per poter abbattere i lupi.
L'allarme,
dopo l'intervento della Forestale, si è ridotto a proporzioni
normali con la conta di qualche animale d'allevamento perso, che
godrà degli appositi risarcimenti, qualche incontro imprevisto col
lupo, che è stato il primo a scappare, qualche cane da caccia ucciso
perché magari è andato a rovistare vicino alle loro tane.
Il
lupo, come si sa, ha una funzione fondamentale nella regolazione
della popolazione di animali selvatici. Cacciando preferibilmente
ungulati e cibandosi dei capi più deboli e malati, ne limita il
numero, evitando così che si sviluppino infezioni virali che possono
estendersi anche agli animali d'allevamento.
Vive
in branco, guidato da una coppia dominante, la coppia alfa, che è
l'unica che può riprodursi e quindi la popolazione cresce in modo
molto limitato.
L'impressione
è che tutta la storia sia montata dalle associazioni venatorie e dai
contatti che hanno con gli amministratori di cui sono elettori.
E'
chiaro che se, fino a ieri, i cacciatori erano abituati a battute al
cinghiale con bottini inusitati e a gareggiare tra loro per quantità
di capi abbattuti, ora hanno un competitore. Anche il lupo si ciba
preferibilmente di cinghiali e non vede di buon occhio che i segugi
li stanino al posto suo.
Da
uno studio della Provincia di Arezzo risulta dalle feci che il lupo
si ciba preferibilmente di ungulati selvatici (91%), di piccoli
roditori (5%) e di pecore od altro (4%)
Da
diversi anni la Provincia di Parma, in accordo con la Regione
Emilia-Romagna, provvede a risarcire gli animali da allevamento
uccisi da lupi, in tempi relativamente celeri, previa certificazione
che l'attacco sia effettivamente opera sua. Il risarcimento è
previsto per la perdita di bovini, caprini, cervidi, suini ed equini.
Anni fa furono anche stanziati 250 mila euro per un progetto pubblico
finalizzato a offrire agli allevatori la possibilità di installare
recinzioni elettrificate sia fisse sia mobili.
In
merito ai cani da caccia sbranati in massa, lo stesso Corpo Forestale
dello Stato provinciale ridimensiona il problema.
Non
è il caso di gridare al lupo.
Una
società ideale è quella dove anche gli animali selvatici hanno
diritto all'esistenza, se vogliamo che mantengano il ruolo di
presidio della natura.
Giuliano
Serioli - Paolo Mozzoni
13
gennaio 2015
Rete
Ambiente
Parma
per
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del
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