"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

lunedì 24 giugno 2019

Ancora tagli sul monte Fuso


Sul torrente “Rio del Faino” hanno fatto una cosa simile a quello che han fatto nel torrente che divide il monte Lavacchio dal Faino oggetto del primo esposto, anche seppur in misura ridotta.
Anche in questo caso hanno fatto un taglio allucinante sul bosco sopra al torrente aprendo sul letto di esso una carraia.
A distanza di un anno, c’è ancora il letto del torrente coperto di legna.

Di seguito le foto di quanto han fatto:

Parte del taglio sul lato est del torrente
La strada aperta partendo dal lato ovest portandosi sul lato est e in primo piano
c’è proprio il nuovo “ponte” creato con la ruspa sopra al torrente
Esattamente a destra della foto precedente, la nuova carraia
prosegue nell’ormai ex bosco
Il nuovo “ponte” sul torrente visto più da vicino.
Nel letto stesso del torrente sono ben evidenti i resti dei tagli
Le piante sono state tagliate dopo che avevano già le foglie e che io sappia,
in questo periodo non si possono tagliare
Esattamente a sinistra del nuovo “ponte” si vede il letto del fiume che
invaso dalle piante tagliate, è diventato ormai invisibile
Altro particolare del bosco tagliato.

martedì 4 giugno 2019

REPORT E LA FRODE DEL PROSCIUTTO



Il programma TV REPORT ha trasmesso un servizio sulla frode alimentare che ha coinvolto il prosciutto di Parma e il San Daniele.
Circa 1 milione di cosce sono state sequestrate e 250.000 sono risultate non idonee rispetto alla disciplinare.
In sostanza, sono risultate provenienti da suini di razza DUROC, danesi e non italiani.
Allevatori e veterinari usavano da anni il seme della razza suina Danese per ottenere suini più magri, con meno scarti e con uno sviluppo più rapido.
L'intera filiera, dalla grande distribuzione ai macelli, chiedeva questo e i produttori si sono adeguati : cosce più magre e con minor scarto. Il consorzio ha fatto finta di non sapere e gli stagionatori pure.

UNA ENORME FRODE IN COMMERCIO, da cui nessuno della filiera è esente.

I prosciuttifici da Traversetolo a Langhirano e Sala sono un grande settore industriale, fonte di occupazione e di esportazione.
La deflazione mondiale, comprimendo tutti prezzi delle materie prime, ha fatto lo stesso con le cosce di maiale che arrivano da tutta Italia, favorendo un aumento della produzione, dell'export e dei guadagni.
In questo modo, però, sempre minore è stato il controllo del Consorzio sulla disciplinare che prevede che le cosce dei suini siano italiane e di 11 mesi, mentre spesso sono di 8 e importate dalla Romania.

Maiali cresciuti più in fretta con mangimi spinti e non regolamentati. Allevamenti con animali ammassati e trattati non come esseri viventi ma come cose. Con norme igieniche ridicole, quando non addirittura paurose.
Ed ora è arrivato questo scandalo a dirci che la frode commerciale era TOTALE, generalizzata.
Tutto per produrre di più e più rapidamente, a scapito della qualità.
Questo vale per tutti,anche per quelle piccole stagionature che producono ancora a livello artigianale e con eccellenza di qualità, che per stare sul mercato hanno dovuto adeguarsi. Ma vale soprattutto per le ditte maggiori che comprimono già i prezzi robottizzando le linee di produzione ed usando manovalanza generica, fornita dalle cooperative.

Robottizzazione che, nei confronti delle ditte artigiane che si servono ancora di operai specializzati, le avvantaggia anche dal punto di vista dei controlli sanitari e della medicina del lavoro, mentre lo sono già nell'export per i numeri maggiori del venduto.
Le responsabili principali di questa frode sono quindi le aziende maggiori, quelle che hanno in mano il Consorzio, ne decidono la politica. Sono loro che controllano gli allevamenti, perchè decidono i prezzi della materia prima.
Con i loro grandi numeri di venduto sul mercato internazionale sono anche in grado di ricattare i piccoli, costringendoli a seguirli perfino nella frode e soprattutto a tacere riguardo alla politica del Consorzio.

La tentazione delle aziende maggiori, passato lo scandalo, sarà quella di delocalizzare in futuro parte della produzione sfruttando il marchio che gli deriva dalla zona tipica.

Serioli Giuliano