I
giudici del Tar hanno definitivamente bocciato la centrale a biogas
progettata in quel di Pilastro.
Una
buona notizia per gli abitanti e per il comitato che vi si era
opposto con determinazione. Decisiva, in verità, era già stata la
presa di posizione del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, preoccupato
che nei foraggi e quindi nel latte finissero i clostridi del
digestato, che fanno gonfiare le forme di grana.
Il
Consorzio, in pratica, aveva già trascinato dalla sua parte Regione
e Provincia.
Incomprensibile
invece la posizione del comune di Felino e dell'allora sindaco Lori.
Felino
si era opposto solo perché l'impianto era al di fuori del piano
edilizio comunale, come dire che se fosse stato proposto in altra
zona avrebbe avuto il loro benestare.
Una
posizione che aveva giustamente fatto inquietare non poco il comitato
no-biogas di Calicella.
Ma
se il biogas è stato fermato, così non è per i cogeneretori a
cippato di legna o a grasso animale.
Qualcuno
si è messo in testa che produrre elettricità con le biomasse sia
una cosa seria.
Partendo
dal presupposto che legna e grasso sono rinnovabili, bruciarli per
produrre energia viene equiparato a cosa buona e giusta.
Nonostante
da questo tipo di combustione si ottenga poca energia e l'efficienza
sia molto bassa, al punto che la loro economicità si sostiene solo
con gli incentivi pubblici.
Finiti
questi ultimi, i bruciatori saranno abbandonati ad arrugginire in
mezzo al verde.
Pare
che per i nostri amministratori sostenibilità, ambiente, salute dei
cittadini, siano vuoti slogan da usare alla bisogna senza mai
applicarli alla realtà quotidiana.
Non
ci si preoccupa delle emissioni nocive che vengono effettivamente
generate, ma ci si accontenta che rientrino nelle normative fissate
dall'alto.
Si
sa benissimo che quelle polveri nocive andranno a sommarsi ai livelli
già insopportabili di PM10, PM 2,5 e ossidi di azoto, ma si sorvola.
Amministratori
di comuni che si autodefiniscono virtuosi lasciano del tutto
inapplicata la direttiva Aria della Ue che prescrive che ogni nuovo
impianto abbassi i valori degli inquinanti della zona medesima.
Come
volevasi dimostrare, il nuovo sindaco di Langhirano ha dichiarato che
nel piano energetico comunale manca una centrale a biomassa, che
bruci cippato di legna.
Nota,
peraltro, è la sua posizione sui tagli boschivi: “Si potrebbe
tagliare anche tutto ciò che è ricresciuto da quarant'anni a questa
parte”, ha affermato ad un'assemblea pubblica del 2012 a Neviano
Arduini.
L'ultimo
atto come sindaco di Felino di Barbara Lori è stato recepire nel
piano edilizio comunale la direttiva provinciale sull'Apea di
Pilastro.
L'Area
Produttiva Ecologicamente Attrezzata, all'interno di un'area di circa
40 ettari, prevede “impianti di adduzione, distribuzione e
smaltimento, impianti per il trattamento dei rifiuti e simili,
impianto di cogenerazione a biomassa della potenza di 900 KW
elettrici abbinata ad una rete di teleriscaldamento”,
L'atto
della Lori non pare casuale, vista la sua attuale rilevanza e
molteplicità di funzioni: consigliere regionale, responsabile
ambiente della Provincia, nonché soprattutto assessore all'edilizia
nel Comune di Felino.
A
Pilastro potrebbe capitare che ciò che è uscito dalla porta, il
cogeneratore a biogas, rientri dalla finestra, come cogeneratore a
grasso animale, di cui la Lori ha già esperienza all'interno del suo
Comune, o come cogeneratore a cippato di legna di cui Bricoli è
antesignano.
Nuvole
nere all'orizzonte.
Giuliano
Serioli
3
febbraio 2015
Rete
Ambiente
Parma
per
la
salvaguardia
del
territorio
parmense