Domenica
scorsa la chiusura totale del traffico veicolare in città.
Un
unico blocco , quando viaggiano pochi mezzi, in una giornata di
pioggia.
Stalla
chiusa, buoi già scappati.
Più
di due mesi senza pioggia.
Lo
sforamento dal valore massimo consentito dei PM10 non fa più
notizia.
Ci
si è abituati.
In
realtà, si erano sforati soprattutto i valori dei PM2,5.
Il
particolato più fine è composto da minuscole particelle che
rimangono in sospensione nell'aria e riescono ad arrivare ai polmoni,
da qui negli alveoli polmonari e quindi nel sangue stesso.
Le
polveri ultrafini sono molto pericolose perché veicolano il
Benzopirene (cancerogeno) direttamente nel sangue.
I
PM 2,5 derivano direttamente dalle emissioni di auto, industrie e
stufe, cui si somma altro particolato detto di ricombinazione,
costituito da nuclei gassosi quali gli ossidi di azoto prodotti da
auto e centrali a biomassa e l'ammoniaca prodotta dagli allevamenti
industriali.
Proprio
prima che piovesse si era coagulata velocemente sulla Pianura Padana
una massa d'aria impregnata di particolato di ricombinazione,
altamente tossica, che ha percorso tutta la Lombardia e
l'Emilia-Romagna che, del tutto ignari, abbiamo tranquillamente
respirato.
Una
massa d'aria trasparente, apparentemente non dissimile da quella
degli altri giorni.
Non
certo quella nebbia caliginosa delle immagini dalla Cina, in cui le
emissioni nocive si mescolano alla polvere che scende dal deserto dei
Gobi, che trasforma l'aria in una massa grigio scuro, costringendo le
persone ad uscire con la mascherina.
Niente
mascherine da noi.
Respiriamo
veleni senza neanche accorgercene.
Con
le autorità preposte silenti, come se non fosse compito loro
allertarci e provvedere.
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente
Parma
salvaguardia
e sostenibilità del
territorio
locale