"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

giovedì 3 dicembre 2015

Conferenza di Parigi, le BigOil e la CO2

Si verrà a capo di qualcosa alla Conferenza sul clima di Parigi, cominciata a fine novembre?
Se non fosse che la gente muore d'inquinamento ci sarebbe da ridere.
Le grandi potenze industriali, USA e Cina, hanno preso solo impegni di facciata.


Parlano di dimezzamento delle emissioni di CO2 da qui a vent'anni.
L'industria è abituata a considerare gratuito l'uso delle risorse naturali: acqua,suolo ed aria sono sempre stati gratis.
Il costo del loro inquinamento viene messo in conto alla sanità pubblica ed alla depurazione delle acque e delle falde acquifere, costi a carico dei cittadini.
L'inquinamento causato non fa parte del prezzo dei prodotti, ma viene semplicemente girato in bolletta e sui ticket sanitari.
C'è in realtà anche una dichiarazione nuova: “Le emissioni di CO2 devono avere un costo”.
A sostenerlo non è un gruppo ambientalista, ma gli amministratori delegati di 43 multinazionali con un fatturato complessivo di 1.200 miliardi di dollari di ben 150 Paesi, all'interno dei una lettera indirizzata al segretario ONU.
Aziende tra cui Gaz de France ed Enel: un paradosso?
Queste aziende potrebbero essere accusate di eccesso di inquinamento per il largo uso di carbone nella produzione di energia elettrica.
Probabilmente hanno capito che aria tira a livello europeo e hanno deciso di uscire da questa dipendenza.
Perché il business del futuro sembra andare nella direzione delle biomasse.
Bruciarle per ricavare elettricità “pulita”, e in tal modo far pagare il conto a chi è rimasto indietro, i concorrenti che si servono ancora del carbone (Cina, India ed USA).
Il costo della CO2 che propongono di far pagare agli altri è, di fatto, una dichiarazione di guerra economica.
Ma l'elettricità ricavata dalla combustione di biomasse è davvero “pulita” come si sostiene?
La combustione di materia organica porta alla formazione massiccia di particolato carbonioso. Quella da grassi animali ancora di più: “Attenzione" dice Parma Report "gli impianti a combustione che utilizzano grassi animali vengano classificati come impianti che producono energia rinnovabile. In pochi sanno che il processo prodotto da questo genere di impianti (biomasse, cogeneratori) produce delle emissioni nocive e tossiche (nanopolveri, benzopirene). Una produzione di rinnovabile pericolosa per la salute e l’ambiente. A chiarirlo una vasta letteratura scientifica in merito" (Parma Report 30.11.2015).
Il particolato carbonioso, inoltre, può andare ad ostruire i condotti di scarico delle camere di combustione delle centrali, depositandosi su iniettori e valvole. Questo residuo può contenere composti corrosivi pericolosi per le superfici stesse dei motori (zolfo, fosforo).
Il particolato carbonioso può essere considerato dannoso sia per l'ambiente che per la salute umana.
In quanto sottoprodotto di quasi tutti i processi di combustione è un componente molto diffuso dell'atmosfera, in particolare delle zone a maggiore urbanizzazione.
Tali particelle costituiscono la struttura attorno a cui si coagula e si forma lo smog delle aree urbane.
La sua dimensione tipica (dell'ordine del micron) lo pone al di sotto della “soglia di inalabilità”, convenzionalmente posta a 10 µm (PM10), diventando così causa di disturbi all'apparato cardiovascolare e respiratorio.
Tale particolato, inoltre, contiene, nella propria struttura un gran numero di composti organici (ad esempio gli IPA, fortemente indiziati di contenere agenti cancerogeni), ed è stata ormai evidenziata in molte ricerche una stretta relazione tra inquinamento ambientale da particolato carbonioso e morti per cancro.
E' ragionevole costruire impianti a combustione di biomasse e di cippato di legna? Crediamo proprio di no. E' una tecnologia sperimentale, dimentica delle conseguenze per la salute dei cittadini, cresciuta in fretta non tanto per accrescere l'energia da fonti rinnovabili, quanto per accaparrarsi incentivi pubblici.

Giuliano Serioli
3 dicembre 2015

Rete Ambiente Parma

per la salvaguardia del territorio parmense