Si
verrà a capo di qualcosa alla Conferenza sul clima di Parigi,
cominciata a fine novembre?
Se
non fosse che la gente muore d'inquinamento ci sarebbe da ridere.
Le
grandi potenze industriali, USA e Cina, hanno preso solo impegni di
facciata.
Parlano
di dimezzamento delle emissioni di CO2 da qui a vent'anni.
L'industria
è abituata a considerare gratuito l'uso delle risorse naturali:
acqua,suolo ed aria sono sempre stati gratis.
Il
costo del loro inquinamento viene messo in conto alla sanità
pubblica ed alla depurazione delle acque e delle falde acquifere,
costi a carico dei cittadini.
L'inquinamento
causato non fa parte del prezzo dei prodotti, ma viene semplicemente
girato in bolletta e sui ticket sanitari.
C'è
in realtà anche una dichiarazione nuova: “Le emissioni di CO2
devono avere un costo”.
A
sostenerlo non è un gruppo ambientalista, ma gli amministratori
delegati di 43 multinazionali con un fatturato complessivo di 1.200
miliardi di dollari di ben 150 Paesi, all'interno dei una lettera
indirizzata al segretario ONU.
Aziende
tra cui Gaz de France ed Enel: un paradosso?
Queste
aziende potrebbero essere accusate di eccesso di inquinamento per il
largo uso di carbone nella produzione di energia elettrica.
Probabilmente
hanno capito che aria tira a livello europeo e hanno deciso di uscire
da questa dipendenza.
Perché
il business del futuro sembra andare nella direzione delle biomasse.
Bruciarle
per ricavare elettricità “pulita”, e in tal modo far pagare il
conto a chi è rimasto indietro, i concorrenti che si servono ancora
del carbone (Cina, India ed USA).
Il
costo della CO2 che propongono di far pagare agli altri è, di fatto,
una dichiarazione di guerra economica.
Ma
l'elettricità ricavata dalla combustione di biomasse è davvero
“pulita” come si sostiene?
La
combustione di materia organica porta alla formazione massiccia di
particolato carbonioso. Quella da grassi animali ancora di più:
“Attenzione" dice Parma Report "gli impianti a combustione
che utilizzano grassi animali vengano classificati come impianti che
producono energia rinnovabile. In pochi sanno che il processo
prodotto da questo genere di impianti (biomasse, cogeneratori)
produce delle emissioni nocive e tossiche (nanopolveri, benzopirene).
Una produzione di rinnovabile pericolosa per la salute e l’ambiente.
A chiarirlo una vasta letteratura scientifica in merito" (Parma
Report 30.11.2015).
Il
particolato carbonioso, inoltre, può andare ad ostruire i condotti
di scarico delle camere di combustione delle centrali, depositandosi
su iniettori e valvole. Questo residuo può contenere composti
corrosivi pericolosi per le superfici stesse dei motori (zolfo,
fosforo).
Il
particolato carbonioso può essere considerato dannoso sia per
l'ambiente che per la salute umana.
In
quanto sottoprodotto di quasi tutti i processi di combustione è un
componente molto diffuso dell'atmosfera, in particolare delle zone a
maggiore urbanizzazione.
Tali
particelle costituiscono la struttura attorno a cui si coagula e si
forma lo smog delle aree urbane.
La
sua dimensione tipica (dell'ordine del micron) lo pone al di sotto
della “soglia di inalabilità”, convenzionalmente posta a 10 µm
(PM10), diventando così causa di disturbi all'apparato
cardiovascolare e respiratorio.
Tale
particolato, inoltre, contiene, nella propria struttura un gran
numero di composti organici (ad esempio gli IPA, fortemente indiziati
di contenere agenti cancerogeni), ed è stata ormai evidenziata in
molte ricerche una stretta relazione tra inquinamento ambientale da
particolato carbonioso e morti per cancro.
E'
ragionevole costruire impianti a combustione di biomasse e di cippato
di legna? Crediamo proprio di no. E' una tecnologia sperimentale,
dimentica delle conseguenze per la salute dei cittadini, cresciuta in
fretta non tanto per accrescere l'energia da fonti rinnovabili,
quanto per accaparrarsi incentivi pubblici.
Giuliano
Serioli
3
dicembre 2015
Rete
Ambiente
Parma
per
la
salvaguardia
del
territorio
parmense