"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

domenica 22 aprile 2018

Che senso ha

Globalizzazione, finanziarizzazione dell'economia, sviluppo industriale e commerciale senza limiti, il mondo corre vero un disastro devastante.
Tutto ciò che è deleterio per la salute deriva dall’intervento dell’uomo sulla natura.
Dall'aria che respiriamo, ai boschi, alle campagne, ai coltivi, al paesaggio che dovrebbe riempirci gli occhi, non vi è luogo dove l’uomo abbia messo le mani, inaridendo il pianeta.


E' consumo di suolo la Tibre (Tirreno Brennero) che si attorciglia all'alveo del Taro, cementificando ed asfaltando senza sapere a cosa serva, per la collettività, quel troncone monco.
E' consumo di suolo la cassa d'espansione sul Baganza, che presto vedrà nascere il cantiere al Casale di Felino. Campagna cementificata per ottocento ettari, quando sono state delineate valide alternative per mettere in sicurezza il territorio dalle esonsdazioni del torrente.
E' consumo di suolo la costruzione incessante di supermercati ed ipermercati attorno alla città, cui si sommano magazzini e megastalle in aperta campagna, senza che l'idea di edificare "al netto del consumo di suolo" sia minimamente applicata perchè totalmente assente dalla logica delle amministrazioni, nonché dalla legislazione vigente.
Non è considerato consumo di suolo, però, il taglio ceduo dei boschi in montagna, in quanto si intende che il bosco ricrescerà, rinnovandosi.
Ma è solo astratta teoria.
Nella pratica invece il suolo si degrada e si consuma.
Il taglio raso matricinato lascia un soprasuolo indifeso ai picchi sempre più acuti delle intemperie e le gemme delle matricine come bocconi per gli ungulati.
Il taglio generalizzato del ceduo invecchiato, cui stiamo assistendo da tempo, sta letteralmente mangiando il manto boschivo di alcune zone della nostra montagna.
A nulla vale l'opinione degli stessi tecnici forestali, contraria al taglio raso del ceduo invecchiato e favorevole ad un suo diradamento solo se selettivo.
I progetti sono dettati alle amministrazioni dalle industrie dei combustori che producono stufe a pellet e centrali a cippato e rischiano di accrescere ancor più i tagli, addirittura nei parchi come quello del monte Fuso.
La perdita di manto boschivo compromette il suolo stesso di zone a forte pendenza.
Il consumo di suolo boschivo non avviene quindi solo in Amazzonia, il taglio raso matricinato nei nostri boschi ne è un esempio vicinissimo a noi.
Tagliare tutte le piante di un pendio montuoso, tranne qualche sottile matricina, significa degradarlo e condannarlo all'asportazione di humus al primo violento acquazzone.
Spesso significa sottoporlo addirittura a frane per colamento se il pendio è ripido (acclività del 100%, oltre i 45° di pendenza).
Le future bombe d'acqua in montagna troveranno sempre meno manto boschivo a frenarne la violenza e il tempo di corrivazione sarà sempre più rapido.
Dai ripidi pendii verrà giù di tutto, ad accrescere il livello dei torrenti.
Le piene diventeranno sempre più disastrose perché sarà maggiore il trasporto solido in sospensione. A simili disastri si opporranno lunghi periodi siccitosi in cui alle nostre campagne mancherà l'acqua alla cui fornitura non provvederanno certo le casse d'espansione sui torrenti, che devono sempre restare vuote, asciutte.
Una progettazione assurda quando non addirittura ridicola, fatta per compensare la cementificazione degli alvei dei torrenti, con una concezione perennemente emergenziale dell'assetto idrografico del territorio.
Di recente Legambiente ha reso noto che si è tolta da un tavolo di discussione orchestrato dalla Regione perché solo formale.
In realtà pare stia prendendo piede l’idea di un grosso bacino in montagna, la diga di Vetto.
Anche le dighe, oltre che cementificazione, sono consumo di suolo. Migliaia di ettari di superficie boschiva saranno invasi dall'acqua e si perderanno.
Acqua trattenuta in un invaso, probabilmente a scopo irriguo in pianura, senza tener conto del fatto che si blocca in tal modo la corrente di subalveo del torrente che alimenta i pozzi della conoide nell'alta pianura.
Trattenere acqua per perderne altra. Che senso ha?

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
salvaguardia e sostenibilità del territorio