C'erano proprio tutti sabato scorso a
Monchio all'inaugurazione del teleriscaldamento e della cogenerazione
di elettricità della centrale a cippato.
Patrizia Maestri, deputato: “Per
uscire dalla crisi sono necessari esempi virtuosi”.
Giorgio Pagliari, senatore: “Con
questo progetto Monchio trasmette un segnale di rinascita”.
Ma più significative di tutte sono
state le parole di Simonetta Saliera, vicepresidente della regiome
Emilia Romagna: “Un progetto ambizioso che porta Monchio ad una
dimensione più alta nel sistema regionale, con un'amministrazione
che non ha avuto paura di metterci la faccia”.
In effetti al sindaco Claudio Moretti
non si può certo rimproverare l'impegno.
Ha impiantato un parco fotovoltaico da
1 Mwe, intestato al comune, che ricava dal GSE più di 600.000 euro
annui di incentivi pubblici.
Ma l'intesa con l'assessore Ricci di
impiegare quei soldi nella ristrutturazione edilizia degli edifici
volta al risparmio energetico non è stata mantenuta, e l'assessore è
stato dimissionato.
Il sindaco ha preferito investire i
proventi nella centrale a cippato da 1 Mwt e nel cogeneratore ORC da
150 Kwe che si è fatto ulteriormente finanziare dalla Regione perché
il costo totale (centrale, ORC, teleriscaldamento) è lievitato a
1,3-1,4 milioni di euro.
Mica bazzecole.
Come Rete Ambiente Parma avevamo già
posto al sindaco alcune domande.
La normativa regionale per le emissioni
di polveri prevede un limite di 100 mmg per m3.
Quali sono quelle della centrale? Si è
provveduto a monitorarle?
La centrale a cippato non ha nessun
filtro per abbattere le emissioni nocive.
Il filtro a multiciclone serve solo a
raccogliere le ceneri volanti, non altro.
Si rischia che a sostituire le stufe
delle case sia un procedimento industriale ancora più inquinante.
AIEL, l'azienda produttrice della
caldaia della centrale ma che produce anche stufe a pellet, dice che
una moderna stufa a pellet o mista pellet-legna ha emissioni di 45
mmg per m3, mentre per quelle
della centrale afferma che vanno da
75mmg a 150 mmg per m3.
Quindi potrebbero anche superare il
limite massimo e che in Europa è già di 30 mmg.
Tutto dipende da cosa si brucia.
Ma se il cippato ha elevata umidità ed
è ricavato da ramaglie, la combustione peggiora e si hanno maggiori
emissioni.
Il rischio è che l'aria di Monchio non
sia più salubre.
Dire che la centrale fa cogenerazione è
improprio.
D'inverno brucia per produrre il calore
necessario per il teleriscaldamento e con la bella stagione brucia
solo per produrre energia elettrica.
Ma l'efficienza (dichiarata dal sindaco
medesimo) è solo del 10%, cioè su 100 quintali di legna bruciati,
10 quintali servono a produrre elettricità e 90 quintali producono
calore che viene disperso in aria. E' tutta CO2 che va in sù.
Pochissima elettricità e molta legna bruciata.
Il sindaco dice 18.000 quintali annui,
la nostra stima è 25-30.000 quintali.
Significa che ogni anno debbono essere
tagliati 25-30 ettari di boschi.
Ha senso tagliare così tanto per
produrre così poco?
Il teleriscaldamento riguarda 5 edifici
comunali e circa 30 famiglie di Monchio paese.
E' giusto che tutti quei soldi della
collettività siano stati spesi per così pochi?
E' giusto che tutti gli altri borghi e
frazioni del comune non abbiano alcun beneficio da tale investimento?
Sarebbero bastati la metà di quei
soldi per dotare gratuitamente tutte le famiglie di tutti i borghi e
frazioni del comune di moderne stufe a pellet o a legna con basse
emissioni ed elevata resa calorica.
Non è una scelta di giustizia, è una
scelta di immagine.
Forse il profilo alto di Monchio nei
piani regionali, cui si riferisce la Saliero, è proprio perché ha
un ruolo di battistrada nel produrre elettricità bruciando legna.
Un progetto folle, vista l'efficienza
quasi nulla del sistema.