Il disastro ha una firma umana
E'
vero, come denuncia Legambiente, che la cementificazione è la causa
principale del mancato assorbimento dell'acqua piovana, e di
conseguenza del suo dilavamento rapido verso valle.
Anche
perché, se la cementificazione è statisticamente all'8% del
territorio nazionale nel suo complesso, nella realtà, contando le
aree montane che lo sono molto meno, nella pianura padana si arriva
al 15%.
E'
vero anche che sono troppi gli enti che fanno previsioni meteo in
modo separato e che monitorano per loro conto gli eventi
atmosferici: Protezione Civile, Ente Bonifica, Provincia,o quello che
ne rimane, Comuni.
Dovrebbe
invece funzionare meglio una catena unica, come quella della
protezione civile, ma certo ha sbagliato le sue previsioni.
Tutti
le hanno sbagliate.
Nessuno
poteva immaginare che in due ore cadessero 26 centimetri di pioggia,
come a Bosco di Corniglio. Una quantità d'acqua che nessuno ha
previsto, come è successo nel fine settimana a Genova, o nei mesi
passati nella pedemontana veneta, a Valdobbiadene.
Il
cambiamento climatico è già in atto e ci trova impreparati a
riconoscerlo, interpretarlo, prevenirlo.
I
giornali hanno battezzato il fenomeno come “bombe d'acqua”,
indicandolo come un evento anomalo.
Ma
non basta, occorre chiarirne la dinamica.
Le
previsioni sulla quantità di pioggia sono tarate sugli eventi
precedenti, sullo storico delle precipitazioni in determinate
località e non tengono conto di fattori nuovi, come ad esempio la
maggior energia in gioco.
Nel
nostro Appennino, un inverno senza neve fino a mille metri ha
comportato che il calore immagazzinato dalla terra nei mesi estivi
non si sia disperso con il ghiaccio e il gelo.
E'
rimasto quasi intatto e si è sommato a quello dell'irraggiamento
solare dalla primavera in poi.
Nella
nostra montagna c'è sempre stato un microclima particolarmente
umido, con temporali e massimi pluviometrici, perché l'irraggiamento
solare su una foresta compatta creava le condizioni di
evotraspirazione che favorivano temporali frequenti.
Ma
questo nuovo rapporto energetico tra terra e cielo ha creato le
condizioni per una estate anomala, con piogge quasi tutti i giorni,
quasi fosse la condensa dell'evaporazione che il calore, l'energia in
gioco, sviluppava.
Con
l'autunno arrivano fronti di correnti fredde di differente
temperatura che impattano su tale sistema energetico, sulla massa di
umidità in eccesso presente, svuotandola dall'acqua tutta in una
volta, con le conseguenze che vediamo.
Abbiamo
innescato un meccanismo che esegue semplicemente le istruzioni date.
La
pressione delle attività umane ha portato al surriscaldamento
terrestre.
L'ambiente,
per liberarsi dell'eccesso di calore, se lo scrolla semplicemente di
dosso.
E
sarà sempre peggio.
Giuliano
Serioli
16
ottobre 2014
Rete
Ambiente
Parma
per
la
salvaguardia
del
territorio
parmense