La
chiamano Tirreno-Brennero, dovrebbe collegare La Spezia con le Alpi,
ma è solo una presa in giro.
Collegherà
Fontevivo a Trecasali e finirà lì, in mezzo ai campi di bietole che
Eridania non vuole più.
Non
verrà mai costruita per intero. E' nello SbloccaItalia, ma è solo
un proforma, non ci sono fondi.
Il
tratto la cui costruzione vogliono far partire serve solo alla ditta
Pizzarotti, per incamerare soldi.
I
nostri. Quelli versati ai caselli della Parma-mare, il 7,5% degli
scontrini di pagamento dal 2011 ad oggi.
Perché
farla allora?
Appunto
perché è in autofinanziamento da Autocisa.
Ha
già preso i soldi e continuerà a prenderli dalle nostre tasche.
Semplice
come passare sotto il varco del Telepass.
La
Tibre è un vecchio progetto degli anni '70, rimasto nel cassetto
finché il rinnovo della concessione ad Autocisa in cambio di
investimenti da parte della stessa non lo ha fatto riemergere
dall'album degli orrori.
E'
tornato il progetto, l'opera rimane inutile.
Autocisa
ha avuto la proroga della concessione, ha raccolto i soldi dagli
ignari automobilisti e una ditta di costruzioni ha già avuto
l'appalto. Pura speculazione, grasso che cola solo per alcuni, un
affare obbligato e giusto per l'Unione Industriali.
D'altra
parte, a suo tempo, la Provincia di Bernazzoli e i Comuni
attraversati dall'opera avevano dato il loro benestare, in cambio di
compensazioni ridicole ed invasive.
Si
era opposto solo il comitato di Trecasali, CTT, nato contro la
centrale a cippato da 130.000 tonnellate di Eridania, che poi non si
è fatta.
Il
comitato di Trecasali era riuscito a portare tutti i sindaci della
bassa dalla sua parte contro il progetto della mega centrale, così
che Regione e Provincia erano rimaste col cerino in mano
dell'autorizzazione già concessa, non sapendo più che fare.
La
quadra l'avevano trovata chiedendo ad Eridania di ritirare la
richiesta della centrale a cippato.
In
quel modo, con l'unità e dal basso, comitato e cittadini avevano
vinto.
Ora
si tratta di fare la stessa cosa.
Chiedere
a tutti i sindaci coinvolti che non si sono ancora pronunciati, di
farlo, di rinunciare a qualsiasi compensazione proposta.
E'
un'azione che solo un presidio permanente a Trecasali può fare,
coinvolgendo i cittadini in manifestazioni ed assemblee a cui
chiamare le autorità locali e cittadine per un confronto pubblico.
Quel
confronto di contenuti e posizioni che "Gazzetta di Parma"
impedisce dobbiamo costruirlo noi, con i social network e con la
presenza sul territorio.
Giuliano
Serioli
5
febbraio 2016
Rete
Ambiente
Parma
per
la
salvaguardia
del
territorio
parmense