I
tagli dissennati sul nostro appennino si susseguono.
Taglio
raso di un'abetaia di 20 ettari nel reggiano a Succiso. Taglio sul
Lavecchio e sul Fuso, su pendii ripidi attorno e sopra i 45° di
pendenza, tali da provocare frane di scorrimento di un suolo
strutturalmente sottile per le caratteristiche di impermeabilità del
flysch omonimo.
Tutta
la nostra montagna è soggetta a tagli sconsiderati di boschi.
Motoseghe in mano a operatori dell'Est che lavorano in nero e che
utilizzano attrezzature industriali per tagliare, cippare,
trasportare, trasformando sentieri in carraie e mettendo a rischio
interi pendii alle prime forti piogge.
Se
qualcuno pensa ancora che l'energia da biomasse sia stata concepita
per nobili fini ambientali si sbaglia di grosso.
Gli
“scarti” legnosi sono ormai tutti diretti alle centrali a
biomassa con grave danno anche all'industria del mobile che da questi
scarti ricavava pannelli multistrato.
E'
l'import, quindi, che sostiene la speculazione.
Alla
scusa della pulizia dei boschi non crede più nessuno.
Pellet
dalla Germania che utilizza legname bielorusso, pellet che viaggia
per centinaia di km per tutta Europa. O cippato e ramaglie
dall'Austria, dalla Croazia. Ma ci sono anche navi che portano in
Europa materiale legnoso dall’Estremo Oriente e dalle Americhe,
dove si tagliano foreste naturali. O cippato da piantagioni a rapida
crescita (con uso di ogm e pesticidi) lungo il corso del Po.
L'uso
di energia da biomasse non provoca solo aumento di polveri sottili ma
anche di pericolosi microinquinanti. Nei fumi che si crerano con la
combustione del legno sono presenti sostanze tossiche e cancerogene
quali benzene, formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici (IPA),
diossine, polveri fini ed ultrafini.
Un
preciso marker è il benzopirene, una molecola da tempo classificata
come cancerogena: dove si brucia legna la presenza di benzopirene
aumenta nettamente. Eppure anche in aree critiche come la Pianura
Padana, dove la soglia massima di benzopirene di 1 nanogrammo
(milionesimo di grammo) fissata dalla Ue è già superata, si
autorizzano centrali a cippato e a scarti legnosi da diversi megawatt
termici se non decine e decine come in Trentino-Alto Adige o in
Puglia e Calabria.
Mentre
una centrale termoelettrica con caldaia e turbina alimentata a
cippato ha una efficienza elettrica del 15%, una centrale
termoelettrica moderna a gas naturale “turbo-gas” ha efficienze
elettriche del 60%. Unita alla grande differenza nelle emissioni. Una
centrale a biomasse legnose dovrebbe rispettare limiti di 20-30
mg/Nmc (metro cubo normalizzato alla pressione atmosferica e alla
temperatura di 0°C.) di polveri totali. Una centrale a gas naturale
emette polveri totali in misura inferiore a 1 mg/Nmc.
Enel,
però, sottoutilizza le centrali a turbo-gas per obbedire al diktat
dell'immissione prioritaria in rete di energia elettrica da biomasse.
In Pianura Padana è un attentato alla salute, la scelta consapevole
di far morire delle persone in più per favorire una pura
speculazione finanziaria.
Studi
epidemiologici sperimentali evidenziano una possibile correlazione
tra esposizione a fumo di legna e effetti sulla salute.
Diminuita
funzionalità polmonare, ridotta resistenza alle infezioni, aumento
dell'incidenza e della gravità dell'asma. L'esposizione a fumo di
legna produce effetti simili a quelli dell'inalazione di particelle
da combustione di combustibili fossili. Forse peggio, come
evidenziano statistiche che calcolano 480.000 morti in Europa per
particolato e fumi.
Ci
stiamo annerendo tutti quanti.
E
solo per una questione di business.
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente Parma
salvaguardia
e sostenibilità del territorio