Un patto di fiume nemmeno cominciato.
Un
semplice elenco di cose da fare, senza contenuti che le tenessero
assieme.
Tanta
gente in un posto angusto che il sindaco di Felino Elisa Leoni voleva
trasformare in un successo della sua iniziativa burocratica, senza
riuscirvi.
I
dirigenti di Aipo e il sindaco di Felino (dagli altri paesi, nessuno)
si aspettavano quattro gatti volenterosi da piazzare ai tavoli, a cui
far vedere alcune slide e raccogliere solo piccole osservazioni su
qualche problema di strade o frane collegate al decorso del torrente
Baganza.
Ma
l'incontro come lo intendevano è saltato.
Non
era materialmente possibile dividersi in tavoli, non c'era spazio e
c'era troppa gente.
Soprattutto
si sentiva nell'aria che ci si si aspettava dell'altro.
Cesare
Azzali, presidente dell’Unione Industriali, ha posto subito la
questione di sostanza.
Non
bastava un elenco di temi generici, occorreva un'analisi, un contesto
in cui inserire i vari temi di una problematica idrogeologica lungo
l'asse del torrente. Visto che non veniva data né ce n'era
l'intenzione si è alzato per andarsene.
A
quel punto, per fermare L'Unione Industriali e cercare di salvare
l'incontro, è intervenuto Meuccio Berselli di Aipo, che ha cercato
di mediare tra l'esigenza di capire più in generale i problemi e la
necessità di Aipo di avere delle carte compilate di problemi
specifici lungo l'asse torrentizio e viario.
Mediare
tra due esigenze, un dibattito a tutto campo e un incontro solo
tecnico, ormai era impossibile.
Retetambiente
Parma ha posto lo stesso tema di Azzali: non è possibile entrare nei
dettagli se prima non viene fatta un'analisi a 360 gradi.
Il
ruolo del bosco e dei tagli boschivi nel creare punti critici in caso
di forti piogge, che porterebe a valle tutte le ramaglie abbandonate
dopo i tagli.
Il
problema del 20% di franosità del territorio montano che avrebbe
concorso in modi differenti nel creare altrettante criticità.
Infine
il vero convitato di pietra dell'incontro, la cassa d'espansione sul
Baganza, adottata da Aipo. Tema, non a caso, sollevato da Luigi
Fereoli chiedendo la possibilità di discutere eventuali alternative.
Aipo
ha ribadito che il tema cassa fosse chiuso definitivamente e non
all’ordine del giorno.
A
quel punto Meuccio Berselli ha capito la piega che stava prendendo
l’incontro e se ne è andato.
Se
ne sono andati, poi, Cesare Azzali e quelli dell'Unione Industriali,
che pochi giorni prima avevano avanzato sui giornali un progetto
alternativo alla cassa d'espansione sul Baganza a firma di Stefano
Orlandini, ordinario di costruzioni idrauliche di Unimore, che
prevede una diga di contenimento ad Armorano, sopra Calestano.
Ha
abbandonato l’incontro Reteambiente Parma e l'ingegner Roberto
Colla, del comitato di Colorno, che in alternativa propongono di
alzare gli argini del Baganza con sversamenti controllati nelle
campagne a fianco, in caso di piena, per trattenere l'acqua in
laghetti lungo l'asta del torrente in modo da usarla a livello
agricolo durante la siccità estiva.
Il
convitato di pietra si era fatto largo: si voleva ridiscutere della
Cassa sul Baganza. Aipo no. Così è finita l'assemblea ed è saltato
il Patto di fiume a Felino. Anche il Comitato contro la Cassa
d'espansione ha abbandonato.
Non
si poteva discutere di cosa fare in alto senza esser d'accordo su
cosa fare in basso.
Una
pietra sopra il patto.
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente
Parma
salvaguardia
e sostenibilità del
territorio