"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

martedì 4 giugno 2019

REPORT E LA FRODE DEL PROSCIUTTO



Il programma TV REPORT ha trasmesso un servizio sulla frode alimentare che ha coinvolto il prosciutto di Parma e il San Daniele.
Circa 1 milione di cosce sono state sequestrate e 250.000 sono risultate non idonee rispetto alla disciplinare.
In sostanza, sono risultate provenienti da suini di razza DUROC, danesi e non italiani.
Allevatori e veterinari usavano da anni il seme della razza suina Danese per ottenere suini più magri, con meno scarti e con uno sviluppo più rapido.
L'intera filiera, dalla grande distribuzione ai macelli, chiedeva questo e i produttori si sono adeguati : cosce più magre e con minor scarto. Il consorzio ha fatto finta di non sapere e gli stagionatori pure.

UNA ENORME FRODE IN COMMERCIO, da cui nessuno della filiera è esente.

I prosciuttifici da Traversetolo a Langhirano e Sala sono un grande settore industriale, fonte di occupazione e di esportazione.
La deflazione mondiale, comprimendo tutti prezzi delle materie prime, ha fatto lo stesso con le cosce di maiale che arrivano da tutta Italia, favorendo un aumento della produzione, dell'export e dei guadagni.
In questo modo, però, sempre minore è stato il controllo del Consorzio sulla disciplinare che prevede che le cosce dei suini siano italiane e di 11 mesi, mentre spesso sono di 8 e importate dalla Romania.

Maiali cresciuti più in fretta con mangimi spinti e non regolamentati. Allevamenti con animali ammassati e trattati non come esseri viventi ma come cose. Con norme igieniche ridicole, quando non addirittura paurose.
Ed ora è arrivato questo scandalo a dirci che la frode commerciale era TOTALE, generalizzata.
Tutto per produrre di più e più rapidamente, a scapito della qualità.
Questo vale per tutti,anche per quelle piccole stagionature che producono ancora a livello artigianale e con eccellenza di qualità, che per stare sul mercato hanno dovuto adeguarsi. Ma vale soprattutto per le ditte maggiori che comprimono già i prezzi robottizzando le linee di produzione ed usando manovalanza generica, fornita dalle cooperative.

Robottizzazione che, nei confronti delle ditte artigiane che si servono ancora di operai specializzati, le avvantaggia anche dal punto di vista dei controlli sanitari e della medicina del lavoro, mentre lo sono già nell'export per i numeri maggiori del venduto.
Le responsabili principali di questa frode sono quindi le aziende maggiori, quelle che hanno in mano il Consorzio, ne decidono la politica. Sono loro che controllano gli allevamenti, perchè decidono i prezzi della materia prima.
Con i loro grandi numeri di venduto sul mercato internazionale sono anche in grado di ricattare i piccoli, costringendoli a seguirli perfino nella frode e soprattutto a tacere riguardo alla politica del Consorzio.

La tentazione delle aziende maggiori, passato lo scandalo, sarà quella di delocalizzare in futuro parte della produzione sfruttando il marchio che gli deriva dalla zona tipica.

Serioli Giuliano