Al comune andranno 21.000 euro annui, in pratica i soldi che Enel pagherà alla ditta per la vendita dell'energia prodotta alla tariffa di 0,09 euro a Kw e che la ditta girerà al comune.
La Provincia si vanta di aver portato nel nostro territorio oltre 120 milioni di euro di investimenti per costruire parchi fotovoltaici in project-financing in quasi ogni comune. Non si capisce, tuttavia, di cosa si vanti. L'energia elettrica è tutta acquistata da Enel a 0,09 euro, la metà di quanto la fa poi pagare ai cittadini. I soldi degli incentivi, versati dalle nostre bollette, finiscono tutti in tasca a finanziarie e ditte private. Ai comuni non va nè elettricità a basso costo, nè la massa dei soldi delle nostre bollette per investirli od usarli a nostro vantaggio. A loro in pratica resta solo un affitto per gli ettari occupati dai parchi fotovoltaici. Una compensazione, non altro. Hanno forse sbagliato quei piccoli comuni come Monchio, Neviano e Montechiarugolo che hanno fatto debiti per intestarseli diventandone proprietari ? Non ci pare proprio. Con gli incentivi realizzati e la vendita dell'elettricità hanno i fondi per le rate del debito e gli resta un gruzzolo consistente da investire in altre iniziative come l'avvio della ristrutturazione dei borghi per il risparmio energetico o per l'impianto di biodigestori per lo smaltimento delle deiezioni animali degli allevamenti industriali. Un'amministrazione provinciale avrebbe dovuto garantire anche che il fotovoltaico finisse sui tetti, come tutti a parole si auguravano, e invece occupa ettari su ettari di superficie agricola che dopo vent'anni di uso dei pannelli perderà del tutto la sua fertilità. Gli impianti sui tetti delle case avrebbero coinvolto anche i cittadini in cambio di un minor costo dei loro consumi di elettricità.
Insomma, il fotovoltaico come energia rinnovabile è probabilmente la maggior occasione di rinnovamento dell'assetto energetico del territorio e la maggior occasione di democrazia energetica ed economica. Non sfruttare i soldi delle nostre bollette per questo ci pare un grave errore.
Serioli Giuliano