La Regione Emilia - Romagna il 30/09/2011 ha reso nota la mappatura aggiornata dei siti contaminati da amianto, e in Valtaro – Valceno ne risultano parecchi. Questa mappatura ha individuato e inserito solo i siti più estesi. Una elementare logica di tutela sanitaria avrebbe voluto che i Sindaci, nella loro funzione di autorità sanitaria, si fossero fatti parte diligente al fine di completare i rilievi sul territorio, finalizzati quantomeno ad individuare una priorità di interventi. Questo lavoro consentirebbe di prevenire almeno interventi di emergenza sanitaria che, nel prossimo futuro, stante l’attuale disinteresse, si renderanno sempre più frequenti.
Ricordo per inciso che la prima mappatura delle
contaminazioni da amianto risale al 2005, che il decreto applicativo sulle
metodiche di bonifica è del 1996, che la legge basilare che vieta l’uso dell’
amianto e dei materiali contenenti amianto e
dispone la bonifica dei siti contaminati è del 1992. Dunque da 19 anni
tutti gli Amministratori Pubblici sanno.
Parlare più diffusamente sul tema mi imporrebbe di dare
testimonianza di quanti da tempo si
battono in tutta Italia perché questo problema rientri nelle priorità assolute
della politica e della amministrazione
pubblica.
Al problema dei manufatti in cemento-amianto, nelle nostre
valli si aggiunge quello delle cave ofiolitiche che disperdono in ambiente
nuove fibre di amianto, un vero tabù che dovrebbe risultare insopportabile per
i cittadini più consapevoli e intellettualmente attivi.
Sul tema cave, sul FORUM di riferimento di Borgotaro, ho fatto qualche
intervento totalmente ignorato. Negli ultimi in ordine di tempo scrivevo:
"Devo costatare con
rammarico profondo che ancora oggi su questo tema la comunità Borgotarese non
vuole riflettere, e quello delle cave ofiolitiche non è un problema
localizzato, non riguarda solo il territorio di Bardi e di Borgotaro, circostante alle aree di cava, ma coinvolge
tutti i comuni e gli abitanti delle valli del Taro e del Ceno.
Da qualche mese seguo i dibattiti su FORUM e ho potuto apprezzare la libertà di pensiero e la preparazione di molti interventi, ma sul tema il silenzio continua; ho l’impressione che la vicenda della cava di Roccamurata sia vissuta dalla maggioranza dei borgotaresi come problema locale, di pochi cittadini. Una impressione che mi turba parecchio e che vorrei mi venisse confutata.
Di questa problematica mi occupo ormai da due anni e mi sono radicato nella convinzione che nascondere e negare sarà sempre più difficile; e allora, Signori miei, rinviare ulteriormente una presa di coscienza collettiva è autolesionismo puro."
Da qualche mese seguo i dibattiti su FORUM e ho potuto apprezzare la libertà di pensiero e la preparazione di molti interventi, ma sul tema il silenzio continua; ho l’impressione che la vicenda della cava di Roccamurata sia vissuta dalla maggioranza dei borgotaresi come problema locale, di pochi cittadini. Una impressione che mi turba parecchio e che vorrei mi venisse confutata.
Di questa problematica mi occupo ormai da due anni e mi sono radicato nella convinzione che nascondere e negare sarà sempre più difficile; e allora, Signori miei, rinviare ulteriormente una presa di coscienza collettiva è autolesionismo puro."
Oggi assistiamo all’ultimo paradosso di avere dei Piani
delle Attività Astrattive, approvati o in itinere, che prevedono il rilascio
di nuove concessioni a cavare inerti in siti dichiarati dalla Regione
contaminati da amianto, alla faccia della gente, della logica: la cava "Le
Predelle", la cava "Groppo di Pietranera", la cava "Groppo di Goro", ma non solo,
perché come ho già avuto modo di sostenere queste valli sono diventate, per
volontà di una politica scellerata, il più grande polo estrattivo ofiolitico
esistente in Italia.
Quanto ancora dobbiamo aspettare per vedere il coraggio
civico di portare dentro i Consigli Comunali questo tema? In una recente
intervista il presidente della giunta regionale Vasco Errani ebbe a
dichiarare che la regione da Lui amministrata è l’unica in Italia dove non si
apre una cava che il Sindaco non voglia.
Fabio Paterniti