"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

sabato 17 dicembre 2011

ASSEMBLEA BIOMASSE DEL 12 dicembre a BORGOTARO

Lo staff della provincia, Dall'Olio e Ferrari, il presidente della comunità montana ovest Bassi, nonchè sindaco di Varano, hanno annunciato e presentato la costruzione di 5 nuove centrali a cippato finanziate in
parte dalla Regione, a Berceto, Calestano, Neviano e Varano Melegari, oltre ad una più piccola alla fattoria di Vigheffio.
Ma il senso vero dell'incontro era tutto nella presentazione dei dati di funzionamento della centrale a cippato dell'ospedale S.Maria di Borgotaro da parte dell'ing. Saviano della Siram, la ditta costruttrice, e del dott. Francescato dell'AIEL, la filiera dell'energia da legno.
La cura dei tecnici nel monitorare i livelli della combustione nella centrale li ha portati a dosare la potenza della centrale a cippato su standard che permettessero contemporaneamente anche l'uso della caldaia a metano. Da quel che si è capito, hanno fatto in modo di non spegnere mai la centrale a cippato, mantenendola su valori che, alla bisogna, potessero essere integrati dall'intervento di quella a metano perchè le maggiori emissioni nocive si avevano proprio nelle fasi di spegnimento e di accensione della centrale a cippato. Solo con l'uso combinato delle due caldaie, a detta loro, è stato possibile smussare i bassi valori
della combustione del cippato e diminuire i volumi delle emissioni di polveri, facendoli rientrare nel range previsto dalle normative vigenti.
Ma da solo questo non sarebbe bastato, a detta dell'ing. Saviano. E' stato necessario ancorare la qualità del cippato e il suo stesso prezzo alla sua effettiva produttività in kw/h. A questo si è giunti, ha continuato Mortali, della comunalia fornitrice, con la miscelazione di vari tipi di pezzature di cippato, con l'aggiunta di segatura da segheria, ma soprattutto cippando solo legname stagionato ( abete e castagno ).
Tutti questi sforzi per rimanere nei range previsti dalla normativa. Ma proprio perchè si è all'interno di un ospedale, noi non crediamo che questo basti. Non crediamo che basti un filtro a multiciclone, capace solo di abbatere la fuliggine, a garantire dalle emissioni nocive gli ammalati, come ha invece assicurato il dott. Francescato, che però ha dovuto ammettere che sarebbe meglio aggiungere anche un filtro a maniche. Per questi motivi abbiamo dato seguito ad un esposto all'ARPA.
Inoltre, ci pare evidente che la modulazione di potenza attraverso due caldaie, di cui una a metano, non sia trasferibile alle altre centrali a cippato esistenti o in progetto e neppure ci pare possibile si possa realizzare tutta quella cura nella selezione del cippato che da altre parti è solo di legna fresca e stivato all'aperto.
Tutto questo, infatti, non lo si trova nelle centrali di Palanzano e di Monchio, nè lo si troverà nelle altre cinque centrali che saranno costruite. Perchè il cippato da pulizia dei boschi, come dice di volere la Provincia, ha un contenuto idrico elevato , anche più del 50%, producendo emissioni elevate ed un residuo di ceneri anche del 5%.
E' per questo motivo che il comune di Palanzano, dopo l'esperienza negativa col cippato fresco da pulizia del bosco, ha deciso di bruciare pellet fornito da una piccola ditta artigiana del vicino comune di Ramiseto che ne garantisce la tracciabilità. Il pellet è prodotto dal cippato per compressione ed ha un contenuto idrico inferiore al 10%, praticamente è asciutto. Col pellet, a detta dello stesso ufficio tecnico del comune, hanno emissioni e residui di cenere insignificanti, pari ad un decimo di quelle precedenti.
Il pellet ha un potere calorifico fino a 5 Kw per Kg, mentre nel cippato fresco si va da 1,5 a 1,8 kw per kg , circa 3 volte meno. Questo è il motivo per cui il pellet, pur costando 27 euro a quintale, avendo una resa molto più alta del cippato permette al comune di Palanzano non solo di avere molto meno in emissioni, ma anche di spendere meno : 16.000 euro contro i 18.000 euro dei 3000 q. di cippato che Monchio brucia per
riscaldare i medesimi edifici pubblici.
Ma a questo punto viene naturale chiedersi perchè spendere tanti soldi in queste centrali : 426.000 euro a Palanzano, 650.000 euro a Monchio, senza considerare la ulteriore spesa per il tracciato del teleriscaldamento. Perchè buttare i finanziamenti regionali in questi inceneritori inquinanti quando basterebbe dotare quegli stessi edifici comunali di normali caldaie a pellet automatizzate, come già sta facendo la gente dei borghi, il cui costo è molto inferiore e per di più detraibile al 55% dalla dichiarazione dei redditi in tre anni. E utilizzare, invece, tutti i finanziamenti per il risparmio energetico, cominciando a ristrutturare i borghi a tal fine e incentivando, in tal modo, una adeguata ricezione turistica assolutamente mancante.
Tali finanziamenti muoverebbero l'edilizia, coinvolgerebbero le piccole aziende artigiane del luogo, darebbero una continuità di lavoro che tratterrebbe i giovani dall'andarsene altrove, oltre a porre le condizioni necessarie per uno sviluppo turistico attualmente moribondo.

Parma 15/12/2011

Giuliano Serioli