La
rovina sale dagli abissi
Trivellare
si o no, si chiede Leonardo Maugeri.
Lui
è l'esperto che tre anni fa aveva predetto la capacità di sviluppo
del fracking.
700
gli additivi chimici utilizzati nelle operazioni di fracking per
l’estrazione di shale oil e shale gas secondo l’Agenzia per la
protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA).
"In
linea generale no, quando la trivellazione ha per oggetto formazioni
dalle prospettive modeste o incerte e rischia di diventare una sorta
di accanimento terapeutico contro il sottosuolo e l'ambiente.
Certamente no, se le attività di esplorazione e sviluppo non seguono
le migliori pratiche ambientali e sia possibile un costante ed
effettivo monitoraggio pubblico".
La
risposta di un tecnico come Maugeri ha un sapore chiaro e definitivo.
Le trivelle nel nostro Paese, al di là di qualsiasi giudizio di
valore sull'uso di carburanti fossili, costituisce un accanimento
contro l'ambiente.
Mister
terremoti, il professor Leonardo Seeber, è uno dei più noti
sismologi mondiali, docente al Lamont-Doherty Earth Observatory della
Columbia University.
Afferma:
“L’Italia si profila lungo un contatto tra placche tettonicamente
attive. Di recente, si è anche capito che le attività
ingegneristiche possono alterare lo stato meccanico della crosta
terrestre in maniera sufficiente da triggerare terremoti. Triggerare
significa anticipare un terremoto che senza l’intervento umano
sarebbe accaduto più tardi. Quindi, rispondo di sì, l’attività
estrattiva di idrocarburi è ben conosciuta come un agente che può
alterare lo stato meccanico crostale in maniera sufficiente da
triggerare terremoti”.
Le
trivellazioni in pianura padana.
Le
numerose trivellazioni avvenute nel corso degli anni avrebbero
modificato l'equilibrio geologico dell'area compresa tra le province
di Modena e Ferrara. A conferma di questo collegamento ci sarebbe
l'epicentro di quasi tutte le scosse tra Finale dell'Emilia, Cento e
San Felice sul Panaro.
Uno
dei vertici di questo triangolo, Finale dell'Emilia, è all'interno
di una concessione mineraria per l'estrazione sia di petrolio che di
gas: la concessione Mirandola, ex Eni ceduta da qualche anno alla
controllata di Gas Plus Padania Energia.
Questa
concessione è attiva, con otto pozzi, da nove anni.
Esiste
anche la possibilità di inquinamento di falde acquifere.
Quest'ultima un'ipotesi è “purtroppo assolutamente realistica “,
si legge nel documento in cui si fa riferimento l'incidente del lago
del Pertusillo in Basilicata, dichiarato “senza vita” a causa di
inquinamento da idrocarburi. “Incidenti che purtroppo possono
sempre verificarsi, laddove si lavora con sostanze pericolose,
infiammabili, inquinanti, tossiche”.
La
zona della pianura padana più vicina la Po, il cui substrato è
formato da limo misto a sabbie, è soggetta a liquefazione, cioè
alla perdita di resistenza. Si ha cioè il cedimento di un terreno
sottoposto a pressioni o vibrazioni. Alla liquefazione si possono
associare lesioni negli edifici, subsidenza e altri effetti meno
devastanti che tuttavia possono produrre gravissimi danni.
Giuliano
Serioli
6
marzo 2016
Rete
Ambiente
Parma
per
la
salvaguardia
del
territorio
parmense