L'ex
sindaco di Felino Barbara Lori, attualmente approdata in Regione,
aveva affermato che Rete Ambiente Parma (Rap) faceva solo terrorismo
ambientale, seminando ingiustificato allarme tra la popolazione.
Pensando
alla sua totale incompetenza sul tema, sovveniva un riso amaro,
consapevoli del potere da lei rappresentato Comune e in Regione.
Rete
Ambiente però oggi non è più sola.
Al
suo fianco ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), che
conferma le tesi sovversive di Rap.
Le
acque dei nostri fiumi sono impestate e quelle delle falde acquifere
sotterranee anche.
Il
70% delle acque superficiali in Emilia è contaminato dal glifosato,
diserbante cancerogeno, e da altre 200 sostanze nocive, la cui
ricombinazione produce un mix di veleni.
Le
falde acquifere sotterranee non sono solo minacciate dalla
lisciviazione dell'azoto e dai nitrati, ma anche da diserbanti e
pesticidi.
Lo
zuccherificio Eridania di S.Quirico di Trecasali chiude perché gli
agricoltori non coltivano più bietole, non più remunerative. Prezzi
crollati per la concorrenza del Nord Europa.
Così
tutti a coltivare mais da biodigestare nelle oltre 1.000 centrali a
biogas della Pianura Padana.
Ma
i milioni di tonnellate di quel biodigestato, pieno di ammoniaca,
viene poi riversato nelle campagne e nei coltivi di pregio, nei prati
di erba medica per la produzione di latte e formaggio grana.
Quell'azoto
ce lo ritroviamo a tavola nelle insalate, verze e pomodori.
La
presenza di nitrati negli ortaggi è considerato un problema di
salute pubblica.
Problemi
alla tiroide, scarsità di vitamina A e in certi casi, cancro allo
stomaco.
Se
anche la lattuga diventa pericolosa siamo veramente sull'orlo di un
disastro.
Non
è più il caso di parlare di diete, ma di ambiente.
Abbiamo
trasformato la Pianura Padana, la terra più fertile d'Europa, in una
landa grigia, priva di alberi e di filari di vite, un paesaggio nudo
e tetro.
Per
rincorrere le promesse dell'agricoltura industriale abbiamo imbottito
la terra di veleni.
E
a questi abbiamo aggiunto i prodotti delle centrali a biomassa.
Che
percolano fatalmente nelle falde acquifere, sommandosi ad altri
inquinanti nitrici derivati dalle migliaia di allevamenti
industriali.
Ecco
perché l'acqua che ci arriva in casa costa sempre di più in
bolletta.
Il
costo della depurazione è pari se non superiore a quello dell'acqua
stessa.
Ma
non c'è limite al peggio.
L'aria
che respiriamo è più pericolosa del suolo agricolo e dell'acqua
inquinati.
Alle
emissioni industriali si sono sommate quelle degli inceneritori,
quelli dei cogeneratori di biomasse, quelle del riscaldamento
domestico a legna, per tacere del traffico veicolare che mangia altra
pianura con nuovi tracciati di autostrade.
Ora
si capiscono i dati allarmanti sul picco di mortalità nel 2015,
superiore del 16,3% al 2014.
Il
dato statistico era volutamente spalmato a livello nazionale, ma
presumibilmente si riferiva alla zona più inquinata del paese, la
Pianura Padana.
Giuliano
Serioli
11
Maggio 2016
Rete
Ambiente
Parma
per
la
salvaguardia
del
territorio
parmense