"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

lunedì 27 agosto 2018

Prato di Monchio, è allarme acquedotto

La rete idrica "fa acqua" e provoca smottamenti

Un appello alla Regione contro Iren e le stesse autorità comunali da parte di residenti e proprietari di seconde case.
La frazione di Prato di Monchio è sul piede di guerra per un movimento franoso che provoca colamenti di terra, fessurazioni nelle abitazioni e avvallamenti nella strada.
La frana sembra essere causata delle abbondanti perdite dell’acquedotto locale.



Il sindaco, interpellato più volte, addossa le responsabilità a Iren, che lo ha in gestione.
Me nessuno si fa carico delle proprie resposabilità, nessuno si occupa del problema.
E i cittadini si sentono abbandonati.
L'acqua sversata dall'acquedotto, che risulta essere ormai un colabrodo, le piogge frequenti dell’ultimo periodo, una miscela micidiale che sta facendo smottare il terreno verso valle, spingendolo contro le case e i muretti a secco, provocando perfino la deformazione dello stesso tracciato stradale.
A favorire il processo la roccia sottostante l’area, che fa da piano di scorrimento.
Si tratta di argilliti rosse della formazione argilloso-calcarea, dominante in zona.
L'argilla, impermeabile, impedisce all'acqua di penetrare in profondità e il suo dilavamento crea smottamenti quando non addirittura veri e propri colamenti di terra, che diventata fradicia assume un peso sproporzionato, una massa enorme che scivola a valle.
Quest'anno il movimento è più consistente e le fessuarzioni nei muri delle case più marcati.
Due case sono già state "legate" con moduli di ferro: senza interventi si sarebbero aperte e i muri sarebbero crollati.
A questo punto è urgente intervenire. Riparare l'acquedotto e riattivare ii canali di scolo, per favorire il drenaggio dei suoli.
Tutto l'assetto dei terreni a valle del passo del Ticchiano dovrebbe essere monitorato, come le frane di Ceda e di La Valle suggeriscono.
Tutta la conca che scende dal Passo è costituita da tale formazione argillitica ed evidentemente la direzione degli strati coincide col verso delle pendenze sul terreno.
La dismissione di ogni forma di agricoltura in zona ha significato l'abbandono di ogni opera di scolo delle acque, che in passato limitava il fenomeno e che ora sta letteralmente innescando un enorme movimento franoso verso valle.
Con la complicità del silenzio delle autorità locali.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
salvaguardia e sostenibilità del territorio