"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

martedì 24 maggio 2011

Incontro con la Provincia

Giovedì 19 alle ore 09 reteambienteparma si è incontrata con il vicepresidente dell'amministrazione Ferrari e con Nicola Dall'Olio. Oltre al sottoscritto era presente MariaCarla del Comitato Pro val Parma e Paolo Fornaciari, aggiuntosi più tardi.
Dati i precedenti con Dall'Olio, ci eravamo ripromessi di tenere un profilo basso : domande sulla sostanza del documento della provincia e niente polemica sulle loro risposte. Come un'un'intervista giornalistica, e tale è stata.

Domanda : E' evidente a tutti e riconosciuta anche dai sindaci di Monchio e Langhirano l'enormità dei tagli dei boschi per la speculazione della legna da ardere.Cosa intende fare la Provincia?

Risposta-Ferrari : La Provincia ha sempre avuto a cuore la montagna e io in particolar modo. La montagna ha sempre vissuto con la legna nè può smettere di farlo ora, versando nelle condizioni che sappiamo.
R- Dall'olio : Se ci sono state inottemperanze nei tagli ci penseranno le autorità preposte, comunità montana e forestale. Non è certo competenza della provincia.
D : Vero, però la provincia ha deciso un progetto di filiera 10 e 41 per avviare il taglio meccanizzato dei boschi, cosa che andrà a sommarsi ai tagli attuali.
R-Ferrari : I dati dello studio Zanzucchi ci dicono che c'è una larga disponibilità di legna. per chi esagera ci penserà la forestale.
D : I tagliaboschi stessi parlano di una vera e propria speculazione, fatta sulle loro teste e attuata da furbi che si improvvisano imprenditori e che mettono le motoseghe in mano a gente dell'est per tagliare il più possibile.

R-Ferrari : c'è sempre chi esagera. Noi, in ogni caso siamo per garantire il lavoro alla nostra gente, anche se non siamo contro chi viene a lavorare nel nostro paese.
D : Dal documento della dott.ssa Frattini risultano discrepanze tra i valori dati all'incremento corrente dei querceti rispetto alle faggete. La vostra uniformità di incrementi annui di volume finisce, invece, col
far risultare una biomassa disponibile maggiore.

R-Dall'Olio : ( prendendo in mano il documento in questione) Qui c'è tutto. Leggetelo per bene e vedrete che i conti tornano.

R-Ferrari : Ci siamo adoperati al massimo per contabilizzare le risorse prelevabili e il lavoro di questo documento ne è la prova. La Provincia ha fatto ogni sforzo per rendere di pubblico dominio le analisi e i
progetti sulla montagna nei 3 convegni di Langhirano, Borgotaro e Parma.

D : In sostanza affermate che si tratterebbe di sfruttare le 50.000 t. di legno di castagno potenzialmente prelevabile per avviare decine di centrali a cippato sotto il Mw, come Monchio e Borgotaro.
R-Dall'Olio : Non ci interessa produrre energia elettrica, solo energia termica per il teleriscaldamento.
R-Ferrari : Intendiamoci con le parole. Voi dite centrali, in realtà sono solo grosse caldaie che andrebbero a sostituire le stufe a legna delle case.
D-: Beh, a Corniglio si parlava di di una centrale da 1 Mw, come voi dite, ma avrebbe consumato 70 o 80.000 quintali di legna. ben altro dal consumo delle stufe di casa!
R-Dall'Olio : No, no quella era tutt'altra cosa. Si prefiggeva di fare cogenerazione e di produrre elettricità. Ecco perchè le stime dei consumi erano così alte : circa 5 volte tanto il consumo delle centrali solo termiche. Questo perchè la loro resa è molto bassa del 17-18%. Non confondiamo le cose.
D- : Vero, le centrali termiche sono a resa maggiore e vanno solo 200 giorni all'anno, tuttavia quella di Monchio se andasse a regime consumerebbe 15.000 q. di cippato. Ora ne consuma solo 3.000 perchè va al 20%, ma dopo? Che senso hanno delle centrali di quella taglia per dei paesi semiabbandonati? Non è uno
spreco di bosco?

R-Ferrari : vi invito a venire a vedere quella dell'ospedale di Borgotaro, così vi renderete conto di persona.
R-Dall'Olio : Monchio ha in programma di allacciare al teleriscaldamento le case dei privati, sta aspettando le domande. La gente purtroppo in montagna è restia alle novità.
D : Abbiamo individuato nelle centrali due grosse criticità : sono antieconomiche e inquinano. Le stufe a pellet potrebbero essere una soluzione ad entrambi i problemi, sia per gli edifici pubblici che per le case. Ormai la maggior parte della gente in montagna va a pellet.

R-Dall'Olio : intanto ci sono finanziamenti regionali per il teleriscaldamento e il cippato a 6 euro è già conveniente e poi è più sicuro del pellet.

D : Ma se Monchio intende investire i soldi che ricava dal fotovoltaico nella ristrutturazione delle case e nel loro isolamento termico, a quel punto anche per una intera casa basterebbe una stufa da 10 Kw che
massimo consumerebbe 6-700 euro a stagione. E' proprio il risparmio energetico che finirà col non aver bisogno di centrali da 1 Mw. Inoltre, una stufa a pellet ha emissioni 10 volte inferiori : 4-5 mg/m3, mentre
la centrale per stare dentro i 50mg/m3 deve bruciare cippato con umidità non superiore al 20%. Gara dura!
R-Dall'Olio : La centrale è tarata e le emissioni possono essere controllate, mentre le case no. Mentre, poi, il cippato lo produciamo noi da legna vergine e sappiamo cosa contiene, il pellet è di difficile tracciabilità e ci potrebbero essere dentro addirittura delle traversine ferroviarie triturate. Cosa ne sappiamo noi?

In sostanza non siamo riusciti a discutere il documento sulle disponibilità di biomassa. Quel documento fonda la pretesa disponibilità a produrre cippato per decine di centrali termiche, come dice la Provincia. Avevamo già espresso le nostre perplessità circa l'uso contraddittorio dei dati. ( vedi doc. : LA PROVINCIA DA I NUMERI)

"Ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni. Cerca di sottrarsi alla visibilità del pubblico, perchè questo è il modo migliore per difendersi dallo scrutinio critico." ( Max Weber )

Serioli Giuliano