L'Ente
Parco scende in città a promuovere eccellenze e meraviglie
dell'Appennino, ma neanche una parola sui disastri che decorano la
nostra montagna, tra strade sfondate e imponenti frane.
Non
una parola sul taglio generalizzato dei boschi e sulla speculazione
della legna da ardere.
Non
una parola sui progetti regionali e provinciali che prevedono
l'impianto di centrali a cippato in ogni borgo di ogni valle.
Non
una parola sulla sostenibilità dei finanziamenti alle rinnovabili
che vengono convogliati verso la combustione delle biomasse e della
legna.
Non
una parola sulla necessità di prevenire, per impedire che la
montagna rimanga sola e avulsa dall'economia del paese e da progetti
industriali in grado di rilanciarla.
Il
Patto dei Sindaci è un’iniziativa che parte dall’Unione Europea
nel 2008 per coinvolgere le città europee nel percorso verso la
sostenibilità energetica e ambientale e per ridurre le emissioni
inquinanti del 20% entro il 2020.
I
Paes, piani di azione delle energie sostenibili, sono degli elenchi
di progetti con cui le amministrazioni intendono perseguire
l’obiettivo.
Diversi
comuni della nostra provincia hanno già presentato il Paes,
infilandoci un po’ di tutto.
Sia
perché si è arrivati tardi, dopo che la speculazione si era già
fatta in quattro per ottenere via libera a inceneritori e incentivi,
sia perché quelli contenuti nei Paes non sono progetti concreti, ma
voli pindarici destinati a rimanere tali.
Del
fotovoltaico non parla più nessuno, perché gli incentivi ormai sono
finiti.
Dell'eolico
meglio non parlare più, perché la gente di montagna si è
giustamente ribellata alla cementificazione delle vette e dei
crinali, con le finanziarie che farebbero man bassa degli incentivi.
Restano
il risparmio energetico e le bioenergie, cioè centrali a combustione
di biomasse e centrali a biogas.
Ci
si riempie la bocca di risparmio energetico, ma le detrazioni fiscali
non bastano.
Occorre
un piano industriale per finanziare l’edilizia di recupero al netto
del consumo di suolo, in modo che intere aree vengano restituite a
suolo agricolo.
Il
biogas che finora ha preso piede in centinaia di centrali è il
biogas da coltivazioni dedicate, da mangimi animali insilati,
contenenti clostridi, e per questo motivo bloccati nel parmense.
Si
tratta di pura speculazione che ha inquinato il mercato
dell'affittanza agricola a tutto danno delle produzioni
agroalimentari umane ed animali.
Viviamo
sotto una cappa di polveri e di inquinanti che copre l'intera valle
Padana ed arriva quasi alle cime. Qualsiasi processo industriale di
combustione, pur piccolo, che si aggiunga a quelli già esistenti, è
un'assurdità, perché aggiunge altri inquinanti ad una zona a
rischio salute.
La
Regione, la Provincia e alcuni sindaci vogliono impiantare in
montagna una serie di centrali a combustione di cippato, senza alcun
filtro per le emissioni.
Produrre
energia elettrica bruciando legna è un'assurdità energetica perché
l'efficienza va dal 10%(come a Monchio) ad un massimo del 15%.
C'è
una lobby di industriali che investe e fa ricerca solo nella
combustione dei rifiuti e delle biomasse: Hera, A2a e Iren con i loro
inceneritori, Termoindustriale con i motori endotermici per i
cogeneratori, Aiel con le sue caldaie industriali a cippato e poi
gassificatori, pirogassificatori e altre diavolerie tutt'atro che
rinnovabili.
Si
è scelta così una strada a senso unico, indipendente dall'opinione
della gente e dall'esigenza di rispettare l'ambiente.
E'
la lobby stessa a dettare i progetti regionali sulle rinnovabili e
gli stessi limiti delle emissioni nocive ben superiori a quelli
europei.
I
progetti di taglio generalizzato per la produzione di cippato e la
combustione vanno fermati.
La
pianura padana è costellata da una quantità enorme di allevamenti
industriali di animali.
Le
loro deiezioni costituiscono un grave problema per i suoli e per le
falde acquifere.
Centrali
a biogas che trattino tali liquami produrrebbero energia rinnovabile
davvero sostenibile, il biometano.
Biometano
da autotrazione, ma soprattutto da mettere in rete, collegata a
quelle già esistenti del metano.
Centrali
il cui digestato, depurato dell'ammoniaca in eccesso, potrebbe
sostituire i concimi di sintesi, i concimi ricavati chimicamente dal
petrolio e dai suoi derivati.
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente
Parma
9
maggio 2014