"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

sabato 6 luglio 2019

La stretta di Armorano

Ho letto con molta attenzione la documentazione fornita dall’Unione Industriali in occasione della presentazione del progetto della diga di Armorano.
Tabelle, grafici, istogrammi, curve sinusoidali, complicatissime formule matematiche, foto di idilliaci laghetti con le mucche al pascolo il tutto per dimostrare le straordinarie qualità della diga che, come una miracolosa medicina in grado di guarire qualsiasi malattia, porta ricchezza (non spiegano a
chi), turismo, canoa, pesca sportiva, acque di ottima qualità e quant’altro immaginando che l’invaso si trovi in una idilliaca valle alpina tra sorgenti perenni montagne granitiche indistruttibili.
NON E’ COSI’!!!
Non so se i progettisti abbiano mai visto la stretta di Armorano ma nel progetto NON C’E’ UNA SOLA PAROLA che, accennando alle numerose frane e al dissesto del nostro territorio, garantisca L’ASSOLUTA sicurezza dell’opera (si parla soltanto della sicurezza a valle rispetto alle pienetrattenute da bacino).
Mi permetto di ricordare ai progettisti che la val Baganza è una delle zone più franose d’Italia, che le sue montagne non sono fatte di solido granito ma di fango e rocce friabili, che il Vajont non è una favola e che quindi sarebbe il caso di spendere due parole al riguardo.
In altri termini prima di dirmi che nel mio territorio vuoi costruire una diga che contiene 62 milioni di mc d’acqua che resteranno per sempre sopra la mia testa mi devi aver fatto un accuratissimo studio geologico che dimostra nella MANIERA PIU’ ASSOLUTA e inoppugnabile che non esiste il ben che minimo e lontanissimo pericolo. Poi, semmai, possiamo parlare della diga.
Se invece mi vieni a dire che vuoi costruire un muraglione alto 100 metri e non mi dici niente (e forse non sai niente) di tutte le frane che ci sono li attorno allora vuol dire che ...
Le foto che seguono danno una idea di cosa succede in un raggio inferiore a 500 metri dalla stretta di Armorano.
Lascio a tutti voi i commenti del caso.


La foto satellitare mostra tutte le frane attualmente attive in un raggio di qualche centinaio di metri dalla stretta di Armorano. Non bisogna essere esperti geologi per comprendere che tutte queste frane, grandi o piccole che siano, testimoniano l’estrema fragilità dell’area che meriterebbe una accurata approfondita analisi prima ancora di parlare della diga.


Frana A: si tratta della famosa “Riva dei Preti” dove la provincia ha speso diverse centinaia di migliaia di euro nel vano tentativo di domarla. A causa dei lavori e delle continue cadute di massi la strada venne chiusa diverse volte per lunghi periodi. Ora la situazione, a seguito dei costosi lavori di manutenzione, sembra un po’ migliorata ma ciononostante continuano a cadere sassi
sulla carreggiata e tutto quelli che vi transitano nei giorni particolarmente piovosi danno sempre un’occhiata in su ... non si sa mai che caschi qualcosa.


Siamo nella così de.a “curva dei culoni” proprio nel punto in cui si vuole costruire il muraglione.
NON E’ UNA FRANA ma tutti coloro che vi transitano notano questo continuo sgretolamento della roccia a testimonianza della sua estrema fragilità. Periodicamente gli addetti alla manutenzione della strada rimuovono questo materiale ma dopo qualche giorno tutto ritorna come prima.


Frana B: si trova nella parte opposta della Riva dei Preti e si manifestò due o tre anni fa dopo piogge molto abbondanti.


Frana C: si trova subito dopo il ponte di ferro di Armorano. Una grossa rete trattiene in modo precario i massi che continuamente crollano dalla montagna. Ben conosciuta dagli automobilisti che vi transitano abitualmente i quali nei giorni di pioggia, nel tentativo di schivare i sassi che regolarmente si trovano sulla carreggiata, non nascondono i loro timori.


Frana E: Da questo precipizio cadono continuamente massi e detriti. Se fosse sommersa dall’acqua difficile credere che la situazione potrebbe migliorare.


Frana F: si trova alla foce del Rio d’Adello da dove cadono continuamente massi e detriti.



Frana G: si trova ai bordi della strada ed è ben conosciuta dagli automobilisti che vi transitano abitualmente.


Frana H: questa frana che si trova sopra l’abitato di Tavolana, si manifestò nel febbraio del 2014 subito dopo il taglio del bosco che la ricopriva e testimonia in modo evidente l’elevata franosità dell’intero territorio. Ora è stata rattoppata in qualche modo ma l’equilibrio appare ancora molto precario.