"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

mercoledì 5 marzo 2014

La frana di Pietta e le inquietanti ipotesi sul tappeto


E' una immagine d'archivio, dall'alto, attraverso lo strumento Google Earth.
Si vede chiaramente che sotto l'abitato di Pietta c'era un bosco, grandi alberi fitti.
Dovevano essere querce o lecci perché la loro chioma era già verde pur essendo ad inizio primavera, e non a caso il ceduo più sotto era in gran parte ancora grigio.
Bosco di querce che è stato sottoposto a taglio raso nel 2012.
Anche il ceduo di sotto è stato ampiamente tagliato e diradato.
La frana di Pietta si è sviluppata proprio dove è stato effettuato il taglio.
E' come se, non essendoci più copertura alla pioggia battente (l'effetto spugna della copertura fogliare), la massa argilloso detritica del declivio, infiltrata dall'acqua in profondità, fosse scivolata verso il basso lasciando scoperta una nicchia di distacco calcarea, caratteristica proprio della formazione argilloso-calcarea che qui ritroviamo.


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Ed ecco la disastrosa immagine della frana di Pietta in atto.
In alto è rimasta solo nuda roccia, gli strati calcarei della formazione argilloso-calcarea.
Il bosco di querce e lecci è scomparso, tagliato.
E' stato quel taglio a provocare la frana?
Sicuramente il taglio ha eliminato la copertura di argille detritiche, permettendo alle forti piogge di andare in profondità nella massa stessa.
Si è creato così un piano di scorrimento delle acque in profondità, che forse ha messo in movimento la frana dell'intera massa, diventata incoerente.
Tutti i boschi del ceduo attorno (colore grigio) risultano ugualmente ed estremamente diradati, a testimonianza di un taglio generale e dissennato.
E, per inciso, la Forestale ha denunciato penalmente gli autori dei tagli.
La domanda sorge spontanea.
Nel disastro di Pietta c'è la mano dell'uomo?
Sono domande che ci dobbiamo porre.
Sono dubbi che ci devono scuotere le coscienze e impedirci di dormire la notte.
Se fosse vero che siamo stati noi ad accendere la miccia del crollo, saremmo dei dannati.
Dei killer ambientali senza scrupoli.
Sono ipotesi, certo, ma che davanti ad un occhio esperto si concretizzano avvicinandosi alla realtà.
Non abbiamo ancora trovato amministratori che si pongono queste domande.
Domande ingombranti.
A proposito.
Anche la frana di Boschetto è una frana rotazionale ed anch'essa ha avuto come concausa il taglio di un bosco sotto la strada.
Ovviamente è la quantità di pioggia caduta che ha innescato il movimento, ma tali precipitazioni sarebbero state meno impattanti se a riceverle fossero state delle fitte chiome invece che la nuda terra.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
5 marzo 2014