Martedì 11 febbraio, presso la sede del Corpo Forestale di Parma, si è svolto un incontro col comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato Pier Luigi Fedele, al quale ha partecipato anche Rossana Rossi di Libera.
Rete Ambiente Parma ha delineato un quadro desolante del nostro territorio montano.
Tagli massivi e distruttivi del suolo, scriteriati nelle modalità, che si saldano con la forte intensità delle piogge che hanno sostituito la neve anche in montagna.
Come conseguenza i versanti denudati, le strade sfondate, interrotte dalle frane, i borghi isolati e minacciati.
Cosa ne pensa il capo della Forestale?
Sulle
modalità
di
taglio
Fedele
concorda
con
alcune
criticità
evidenziate
dalla
nostra
analisi.
In
5
anni,
dal
2009
al
2013,
la
Forestale
ha
comminato
sanzioni
amministrative
sul
vincolo
idrogeologico
e
sui
tagli
dei
boschi
per
220
mila
euro
elevando
circa
300
verbali.
L’iter
amministrativo
per
il
pagamento
delle
sanzioni,
dopo
la
fase
di
accertamento
e
verbalizzazione,
non
è
a
carico
del
Corpo
Forestale
dello
Stato,
ma
delle
autorità
amministrative
che
sono
le
Unioni
di
Comuni
(Comunità
montane)
o
la
Provincia,
talvolta
le
sanzioni
di
importo
non
elevato,
possono
non
rappresentare
una
elevata
deterrenza
rispetto
ai
ricavi
di
un
taglio
boschivo
scriteriato.
La
Forestale
segnala
un
incremento
delle
utilizzazioni
boschive
negli
ultimi
anni
e
in
particolare
che,
a
causa
della
crisi
in
altri
settori
(edilizia
e
movimentazione
degli
inerti)
alcune
ditte
si
sono
spostate
verso
il
taglio
dei
boschi,
questo
può
portare
ad
utilizzare
tecniche
operative
lontane
dal
rispetto
del
bosco
e
da
un
suo
utilizzo
razionale.
Non
sono
le
ditte
che
adeguano
strumenti
ed
attrezzature
al
bosco
e
al
suo
fragile
equilibrio,
ma
è
il
bosco
che
deve
piegarsi
rispetto
a
tecnologie
poco
rispettose
funzionali
solo
ad
un
abbattimento
dei
costi
di
utilizzazione.
Spesso
si creano micro dissesti idrogeologici, perdita degli orizzonti
superficiali, dello strato umifero con perdita di fertilità e
innesco di fenomeni erosivi.
E’
necessaria
una
maggior
attenzione
da
parte
della
pubblica
amministrazione
dal
momento
che
le
fasi
di
autorizzazione,
comunicazione,
verifica,
controllo,
rilevamento
degli
illeciti,
verbalizzazione
ed
erogazione
delle
sanzioni
sono
attribuite
ad
enti
diversi.
Il
Corpo
Forestale
dello
Stato
è
particolarmente
attivo
nella
difesa
del
bosco
e
ultimamente
ha
segnalato
alcune
situazioni
di
utilizzo
dei
boschi
che
hanno
determinato
fenomeni
di
alterazione
paesaggistica
all’Autorità
giudiziaria.
Con
riferimento
ai
vasti
fenomeni
di
frane
e
dissesti
idrogeologici
attivi
in
provincia
di
Parma
si
è
evidenziato
come
molte
delle
situazioni
derivino
da
movimenti
di
grandi
proporzioni
con
piani
di
scivolamento
profondi,
che
non
derivano
e
che
non
possono
essere
sanati
dalla
presenza
del
bosco.
E’
vero
però
che
il
bosco
con
la
sua
azione
regimante
e
di
trattenuta
e
rilascio
graduale
delle
precipitazioni
contribuisce
grandemente
a
contrastare
i
fenomeni
di
degrado
più
superficiali.
Il
bosco
è
il
primo
presidio
contro
il
dissesto
e
il
suo
utilizzo
deve
essere
in
sintonia
con
il
mantenimento
di
una
buona
capacità
di
tutela
dei
versanti.
Non
c’è
forse
correlazione
diretta,
ma
in
qualche
caso
tagli
boschivi
eccessivi
possono
aver
determinato
alcuni
fenomeni
di
innesco
e
di
degrado.
Gran
parte
dei
nostri
boschi
è
governata
a
ceduo,
nei
decenni
passati,
grazie
alle
mancate
utilizzazioni,
molti
si
sono
evoluti
verso
cedui
invecchiati.
E’
un
peccato
che
questi
boschi
stiano
rapidamente
tornando
a
cedui
con
ridotte
masse
legnose,
questo
determina
purtroppo
anche
ridotte
capacità
di
tutela
idrogeologica,
ridotto
valore
naturalistico
e
ricreativo,
scarsità
di
biodiversità.
Almeno
una
parte
di
queste
formazioni
forestali,
come
peraltro
previsto
dalle
norme
forestali,
andrebbe
avviato
alla
conversione
all'alto
fusto,
con
una
politica
di
incentivazione
che
si
ripagherebbe
nel
lungo
periodo
con
i
tanti
benefici
forniti
dal
bosco
d’altofusto,
che
tra
l’altro
fornisce
assortimenti
legnosi
dei
quali
il
nostro
Paese
è
fortemente
deficitario.
Insomma
la situazione non è certo rosea.
E
sono
rimasti
in
pochi
a
difendere
la
nostra
montagna
e
i
nostri
boschi
dal
profitto
senza
regole
e
dall'assalto
dissennato
e
senza
futuro.
La
Forestale
è
fra
questi
ultimi.
Giuliano
Serioli.
Rete
Ambiente Parma