"Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti". (Martin Luther King JR)

giovedì 9 agosto 2012

Un consorzio di comitati per assicurare il territorio


Nella nostra provincia ci sono ormai diversi comitati ambientali. 
Sono nati contro l'incenerimento dei rifiuti, contro le centrali a cippato di legna, contro la gassificazione delle biomasse, contro le pale eoliche, contro la combustione di oli esausti, contro le centrali a biogas da coltivazione dedicate, contro lo sfruttamento delle cave ofiolitiche e il pericolo dell'amianto.
Le normative nazionali e regionali favoriscono la speculazione della green economy, l'assalto alla diligenza degli incentivi pubblici, senza i quali tale produzione sarebbe antieconomica. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è possibile solo a patto di non consumare le risorse naturali, il suolo, l'acqua, l'aria e i boschi.

E' una linea sottile. In ballo c'è la nostra salute, le produzioni di qualità dell'agro-alimentare, lo sviluppo stesso della nostra economia. 
A nostro avviso gli incentivi dovrebbero essere appannaggio delle amministrazioni locali per progetti mirati al bene comune, favorire l'autonomia energetica di allevatori e agricoltori con piccoli impianti volti a smaltire deiezioni animali e scarti agricoli.

Nel luglio del 2011 la Regione Emilia Romagna, sotta la spinta dei comitati, ha promulgato normative più restrittive in tal senso. Si parla di escludere impianti a biogas dai territori del parmigiano-reggiano. 
Di limitare le coltivazioni energetiche e il loro uso per il biogas. 
Di alimentare le centrali a biomassa solo con scarti forestali.

Non vediamo, tuttavia, l'applicazione di alcuna restrizione nelle zone del grana. Le ditte richiedenti arrivano addirittura a minacciare i comuni di rivalsa economica nei loro confronti. Le coltivazioni energetiche non andrebbero limitate ma vietate perchè, oltre a rendere infertili i suoli, oltre a sottrarre terra a coltivazioni di pregio, 
inquinano pesantemente il mercato dell'affittanza agricola. Gli scarti 
forestali esistono solo se si fanno tagli. Nessun tagliaboschi o azienda di taglio recupera le ramaglie, le abbandona. Se una cooperativa raccogliesse ramaglie, sarebbero solo quelle dei suoi tagli e solo col taglio meccanizzato, il diradamento.

Tali restrizioni ci paiono solo formali. Noi vediamo autorità locali e sindaci che, sposata l'ideologia della green economy, danno permessi fragandosene dei loro concittadini. In alternativa, vediamo sindaci che temono di opporsi a direttive che vengono dall'alto.

Per questo abbiamo deciso che il problema di ogni singolo comitato è problema di tutti. Che la forza di tutti noi può pesare molto di più in ogni singola realtà locale.

Abbiamo deciso di formare un CONSORZIO di COMITATI per impedire lo scempio del nostro territorio.

Le decisioni che prenderanno le amministrazioni, allettate dallo sviluppo della green economy, soprattutto sulle biomasse, costituiscono una minaccia per l'ambiente . Alcune località sono già  direttamente minacciate da tali decisioni, altre già si aspettano il peggio per essere state sotto minaccia in passato, altre ancora hanno il sospetto che presto tocchi anche a loro.

Il  CONSORZIO DEI COMITATI deve essere inteso come una forma di assicurazione sul futuro.

La  proposta è di Reteambienteparma e del  comitato di Felino. Vi chiediamo di comunicare la vostra adesione per stabilire un incontro e decidere cosa fare.

Serioli Giuliano